Meglio un brutto tribunale che un bel funerale. Questa frase risuonava, negli anni Settanta-Ottanta tra coloro che erano messi in servizio di ordine pubblico durante le manifestazioni e, all'epoca, ce n'erano davvero parecchie. Parole che significavano: reagisci e colpisci senza andare tanto per il sottile piuttosto che rischiare di essere massacrato o, peggio ancora, mandato all'altro mondo. Oggi, negli ultimi dieci, 15 anni, non è più così, con una magistratura incredibilmente garantista e permissiva, ma, spesso, solo a senso unico, con i mass media tutti o quasi - ma anche allora - schierati sistematicamente con i delinquenti e criminali che sfilano per le strade e nelle piazze facendo finta di lottare per nobili principi. Con, è bene dirlo, le divise di polizia e carabinieri che hanno più terrore a difendersi che ad essere attaccati. Ovviamente se ne approfittano i bastardi dell'estrema sinistra sponsorizzati dai politicanti da strapazzo parassiti e senza senso che vorrebbero rovesciare ogni governo che non sia il loro. La domanda, dunque, alla luce di ciò che è successo e sta accadendo in questi giorni con le demenziali manifestazioni per i tagliagole islamici di Hamas - Gaza c'entra quando il cavolo a merenda - è sempre la stessa: come fanno migliaia di agenti di polizia e carabinieri, giovani, onesti, seri, pazienti, con, probabilmente, a casa una famiglia che li attende, a sopportare di essere derisi, sputati, aggrediti, pestati, presi a sprangate, colpiti da sassi, petardi, fumogeni e via dicendo? Quando vediamo le immagini che ci propinano regolarmente le Tv nelle quali si vedono chiaramente questi giovani figli di puttana aggredire con odio, rabbia, lucida follia, non vorremmo che polizia e carabinieri reagissero, inseguissero i manifestanti e li pestassero a sangue nel peggior modo possibile? Accade quando i più deboli vengono assaliti dai più forti. Non basterebbe un Pinochet per rimettere le cose a posti, ma servirebbe eccome per far comprendere a questa massa di sudici, schifosi, viscidi, ipocriti che cosa è giusto fare e che cosa no. Noi ricordiamo gli anni di piombo per averli vissuti e studiati, per aver più volte scoperto come i manifestanti facevano esattamente e anche peggio come oggi sapendo che la magistratura li avrebbe se non protetti, quantomeno tutelati, che nulla sarebbe loro successo perché tutti i giornali erano a loro favore. Ecco perché il terrorismo e la violenza rossa hanno trovato facile attracco durante gli anni Settanta-Ottanta, perché esisteva, soprattutto, nelle grandi città, un'area di contiguità dove la gente e gli intellettuali invece di stare con l'ordine e la legge, non stavano né con lo Stato né, almeno a parole, con le Br.
Oggi, oltre all'estrema sinistra e a tutti coloro che si dichiarano anarco-insurrezionalisti, ma anche i sindacalisti e altri ancora, c'è la componente islamica che ha preso piede e che, presto, guiderà tutti i movimenti in rivolta contro il nostro Paese. Ecco perché dobbiamo reagire adesso, duramene, senza pietà e per questo serve un Governo con gli attributi, che chiuda le frontiere perché il pericolo non è l'immigrazione irregolare, bensì l'immigrazione in quanto tale.
Un'ultima annotazione: non sarà che agenti e carabinieri prendono schiaffi e bastonate perché i superiori, quelli che stanno con le chiappe al Viminale e quelli che sono pappa a e ciccia con i politici, li educano a fare così altrimenti, con il can can dei giornalisti invertebrati e di sinistra, si giocherebbero le carriere?