Ce n'è anche per Cecco a cena
Perché gli agenti e i carabinieri si fanno pestare e aggredire senza reagire?
Meglio un brutto tribunale che un bel funerale. Questa frase risuonava, negli anni Settanta-Ottanta tra coloro che erano messi in servizio di ordine pubblico durante le manifestazioni e, all'epoca, ce n'erano davvero parecchie. Parole che significavano: reagisci e colpisci senza andare tanto per il sottile piuttosto che rischiare di essere massacrato o, peggio ancora, mandato all'altro mondo. Oggi, negli ultimi dieci, 15 anni, non è più così, con una magistratura incredibilmente garantista e permissiva, ma, spesso, solo a senso unico, con i mass media tutti o quasi - ma anche allora - schierati sistematicamente con i delinquenti e criminali che sfilano per le strade e nelle piazze facendo finta di lottare per nobili principi. Con, è bene dirlo, le divise di polizia e carabinieri che hanno più terrore a difendersi che ad essere attaccati. Ovviamente se ne approfittano i bastardi dell'estrema sinistra sponsorizzati dai politicanti da strapazzo parassiti e senza senso che vorrebbero rovesciare ogni governo che non sia il loro. La domanda, dunque, alla luce di ciò che è successo e sta accadendo in questi giorni con le demenziali manifestazioni per i tagliagole islamici di Hamas - Gaza c'entra quando il cavolo a merenda - è sempre la stessa: come fanno migliaia di agenti di polizia e carabinieri, giovani, onesti, seri, pazienti, con, probabilmente, a casa una famiglia che li attende, a sopportare di essere derisi, sputati, aggrediti, pestati, presi a sprangate, colpiti da sassi, petardi, fumogeni e via dicendo? Quando vediamo le immagini che ci propinano regolarmente le Tv nelle quali si vedono chiaramente questi giovani figli di puttana aggredire con odio, rabbia, lucida follia, non vorremmo che polizia e carabinieri reagissero, inseguissero i manifestanti e li pestassero a sangue nel peggior modo possibile? Accade quando i più deboli vengono assaliti dai più forti...

Baldini e la Lega di Viareggio remano contro Vannacci (e contro il partito). Obiettivo, la catastrofe elettorale
Quando, nell'estate del 2023, incontrammo, presentammo e intervistammo per la prima volta il generale Roberto Vannacci con il suo libro Il mondo al contrario, pensammo subito che avrebbe fatto strada. Per tanti motivi, ma, soprattutto, perché aveva una fluidità di linguaggio, una proprietà di linguaggio e la conoscenza di sei lingue che ne facevano una sorta di anomalia in un mondo dove l'ignoranza e lo spirito di sacrificio sono una rarità. Inoltre era un incursore e, quindi, un individualista, una persona che non aveva e non ha paura a stare da solo né, tantomeno, a stare con gli altri. Adesso, a distanza di questo breve arco di tempo, dopo una stratosferica vittoria alle elezioni europee, ecco che Vannacci si è tuffato alla grande nel mare in tempesta della politica tout court. Non solo, quindi, gli interventi, straordinari, a Bruxelles contro l'Unione Europea delle élites, non soltanto contro Ursula von der Leyen, personaggio inutile e dannoso, ma anche la presa sulle spalle della campagna elettorale della Lega, il suo attuale partito, in Toscana, la regione in cui vive con la famiglia. Salvini gli ha dato carta bianca e lui questa libertà pressoché totale la sta utilizzando a modo suo, senza guardare in faccia nessuno sapendo benissimo che si sta giocando una buona fetta di credibilità. E, puntualmente, da Viareggio dove c'è un robusto nucleo della Lega, sono arrivate le prime pugnalate alle spalle e non tanto o non solo a quelle di Vannacci che, tra l'altro, le ha piuttosto robuste e provate, quanto a quelle del partito molto debole in tutta la provincia e che, con questa guerra fratricida, rischia di restare con il cosiddetto culo per terra...

La Sinistra e i sindacati all'attacco di Beatrice Venezi: se si fosse imbarcata sulla Flotilla avrebbero strisciato ai suoi piedi
Se Beatrice Venezi, bella, lucchese e, soprattutto, di idee conservatrici nel senso più nobile del termine, fosse stata verniciata di rosso e, magari, anche brutta, la Sinistra sarebbe insorta con l'accusa di sessismo, misoginia, maschilismo, fascismo nei confronti degli avversari politici e non solo. Invece no. Beatrice Venezi ha tutto quello che una donna può desiderare, comprese una cultura musicale molto forte e una preparazione professionale altrettanto elevata. L'hanno nominata direttore d'orchestra del teatro La Fenice di Venezia, ma all'interno del teatro e non soltanto, sono insorti chiedendone la testa perché giudicata tutt'altro che meritevole di un incarico così prestigioso. E' una donna anzi, una delle poche, pochissime donne, in grado di suscitare attenzione e interesse da parte del pubblico, ma invece di congratularsi per questo. la Sinistra, che a parole difende la donna, nella realtà si schiera sempre con quelle donne che, di donne, hanno ben poco a cominciare da grazia e femminilità. Forse, se anche Venezi si fosse imbarcata sulla Flotilla diretta a Gaza, adesso sarebbe la regina della musica italiana. Il fatto è che la Venezi, estremamente intelligente e sensibile, di salire su imbarcazioni senza senso non le è mai passato per il cervello tanto è vero che in questi giorni era a Bangkok per dirigere un concerto con Placido Domingo, mica pizze e fichi. Già, ma da Venezia insorgono contro di lei dicendo, in poche parole, che non è adatta perché non ha esperienza, insomma, che è una incapace o quasi. Beatrice deve avere una pazienza spaventosa se riesce a non farsi andare di traverso questo rospo...

L'Islam alla conquista dell'Europa, la Chiesa pronta al martirio
Negli anni Ottanta, sui giornali romani, non era raro leggere una sorta di appello-invito della Chiesa a non contrarre matrimoni tra persone di diversa religione e il riferimento era all'Islam. Era evidente a tutti, anche ai prelati d'Oltretevere, che il rischio di conflitti in famiglia era certo. Era l'esperienza, erano i dati, sia pure ancora pochi, a dimostrarlo. Di fondo, poi, c'era anche la consapevolezza che l'Islam stava prendendo piede un po' ovunque, a cominciare da altri paesi europei come la Francia, il Belgio, l'Olanda, i paesi scandinavi. Nessun allarme fu lanciato, per carità, ma solo un consiglio-avvertimento perché eravamo negli anni Ottanta e in Italia il pericolo era ancora lontano. Oggi, a mezzo secolo di distanza, la realtà è sotto gli occhi di tutti. L'immigrazione incontrollata ha prodotto comunità islamiche che pretendono e impongono le stesse consuetudini che esistono nei loro Paesi e non sono disposte a rinunciarvi indipendentemente da qualunque appello ad una integrazione inesistente. Stiamo assistendo, impotenti, a una sostituzione etnica, culturale, politica e religiosa progressiva. I governanti si sciacquano la bocca con le parole dell'immigrazione irregolare di fronte ad una immigrazione controllata e consapevole. Invece non è così. E' l'immigrazione in quanto tale che mina le fondamenta della nostra società. Se tutta l'Africa si trasferisse da noi che cosa ci resterebbe da fare se non sottometterci o scomparire? Ci meravigliamo se in Emilia Romagna fanno i tortellini senza carne di maiale: ma se in una classe ci sono due terzi o anche la metà di alunni islamici, come puoi pretendere di imporre loro la tua gastronomia? Potrà sembrarvi strano, ma si sta viaggiando verso l'estinzione di tutto ciò che i nostro avi ci hanno trasmesso, a partire dalla storia, dalla cultura, dall'arte, dalla cucina, dalla musica, da tutto. E' la fine incombente...

Salicchi, quando il coraggio non basta: un errore clamoroso fare esperimenti durante il Settembre Lucchese
E’ uno dei temi del giorno a Lucca: il traffico – molto complicato – nell’area di via Salicchi/Foro Boario, a seguito dei lavori per la realizzazione della nuova…

Beatrice Venezi direttore d’orchestra stabile alla Fenice di Venezia: e alla Sinistra viene un ictus
Con Beatrice Venezi ci conosciamo da diversi anni. Ci incontrammo per la prima volta quando gli proponemmo una intervista avendola scoperta in occasione di una performance che aveva suscitato successo e interesse. Scoprimmo, così, una donna estremamente in gamba, reattiva, molto bella e ne restammo affascinati, intelligente, lontana anni luce da qualsivoglia coinvolgimento partitico. Era, a nostro avviso, una eccellenza lucchese ed italiana di quelle che ce ne vorrebbero a iosa per resuscitare questo sfasciato Stivale invaso da cani e porci. Da allora mantenemmo nei suoi confronti immutata stima, umana e professionale, e non ci siamo mai pentiti, anche quando è diventato, Muti permettendo, il più famoso direttore d'orchestra d'Italia. A mano a mano, però, che la sua notorietà ha preso campo, soprattutto, vista la simpatia manifestata da una certa parte politica, la destra, nei suoi confronti, ecco fuoriuscire i soliti vermi verniciati di rosso che andrebbero, quantomeno, schiacciati, ma che, al contrario, si continua a far sopravvivere per infamare e distruggere chiunque si erga al di sopra della loro mediocrità. E' assai probabile che, nei prossimi giorni, Beatrice Venezi venga nominata direttore d'orchestra stabile del teatro La Fenice di Venezia e già si sono scatenati giornalisti e intellettuali dei soliti giornali mainstream per i quali si tratterebbe di una decisione di carattere politico ossia eseguita Da Fratelli d'Italia che è solita occupare così le poltrone del potere. Ora, che Fratelli d'Italia sia un partito affamato lo abbiamo sperimentato anche alle nostre latitudini, ma Beatrice Venezi è, per chiunque la scelga, un valore aggiunto. Se dovessimo andare ad un concerto e il direttore d'orchestra si chiamasse Beatrice Venezi, non avremmo alcun dubbio...

Orribili le parole di Alan Friedman su Charlie Kirk: ma a Lucca questo signore è ancora gradito?
“Mi chiedevo chi in Italia si sarebbe distinto nel giustificare il brutale assassinio di Charlie Kirk, dopo le migliaia di ProPal che abbiamo visto esultare in USA e…

Cinzia Dal Pino, un esempio che deve valere per tutti: nessuno può e deve farsi giustizia da sé
Era la notte fra l’8 e il 9 settembre dello scorso anno, quando in via Coppino a Viareggio avvenne un fatto che per giorni e giorni avrebbe fatto parlare di sé letteralmente in tutto il mondo. Un evento che tutti noi ci ricordiamo, grazie soprattutto a quelle immagini di una telecamera di videosorveglianza dislocata lungo la strada, che meglio di mille parole ci raccontò quanto accaduto. Il 24 settembre in tribunale a Lucca inizierà il processo di primo grado che vede alla sbarra Cinzia Dal Pino, imprenditrice balneare viareggina di 66 anni. Le accuse nei suoi confronti sono gravissime: omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà. Rischia l’ergastolo. Fatta questo necessaria premessa, è bene chiamare in causa, come non fa quasi mai più nessuno, la memoria storica di questo disgraziatissimo Paese. Eravamo nell'estate del 1943, l'Italia era in ginocchio stremata dalla guerra e gli italiani stanchi e arrabbiati, affamati e devastati. Il 25 luglio, però, cadde il Governo Mussolini e la speranza di potersi, finalmente, sottrarre al giogo della dittatura albergò negli animi della gente. Invece no. Il Governo Badoglio diede ordine di reprimere con estrema violenza ogni tentativo di insurrezione e rivolta popolare e migliaia furono, in quei 45 giorni, le vittime della repressione di un Governo che avrebbe, invece, dovuto aiutare gli italiani a risorgere. L'8 settembre fu il giorno dell'armistizio. Il 9 settembre il re e la famiglia reale con tutto lo Stato Maggiore fuggirono ignominiosamente verso Pescara abbandonando l'Italia e gli italiani nelle mani dei tedeschi vendicatori...

Global Sumud Flotilla? Vannacci spara al volo: "Non scherziamo, di flottiglia ne conosco solo una..."
Tra le domande alle quali il generale ed europarlamentare Roberto Vannacci ha risposto nell'incontro di ieri sera al Bagno Biondetti-ViennaLvce di Marina di Pietrasanta, ce n'è una, in particolare, che ha provocato una risposta storicamente e umanamente valida. E' quando gli abbiamo chiesto cosa pensasse della Flotilla ossia di quelle imbarcazioni che, senza arte né parte e a senso unico, avessero imbarcato gente come Greta Thunberg e anche qualche politicante italiano, per andare a violare il blocco navale imposto da Israele e portare non solo cibo, ma anche solidarietà ai tagliagole di Hamas. 'Non scherziamo per favore, di flottiglia ne conosco una sola e non è certamente questa...' Risposta stupenda da parte di un uomo che è, in primis, quello che è sempre stato ossia un incursore, uno specialista di azioni nelle quali la prima cosa che si mette a rischio è la propria vita. Come non dargli ragione? Buffonate come quelle organizzate dai Propal e dai paesi filo arabi ormai agonizzanti in tutto l'Occidente non servono a nulla se non a far sentire meno isolati gli assassini del 7 ottobre 2023. Già, ma quale era la flottiglia cui fa riferimento Vannacci? E' la cosiddetta 10^ Mas ossia un reparto della marina regia che operò contro gli Alleati fino all'8 settembre 1943 portando a segno alcune imprese (nella foto) che arrecarono danni ingenti alle navi britanniche e gloria a coloro che riuscirono nell'intento. Si trattava di uomini coraggiosi, incursori appunto, che non esitarono con i loro siluri a portarsi fin sotto le imbarcazioni da colpire per poi darsi alla fuga. Eroi sicuramente anche se in guerra la parola vuol dire uccidere inevitabilmente o quasi sempre degli esseri umani...

Sparisce il chiosco 'da Piero' e la politica, destra o sinistra non importa, ci fa una enorme figura...
Alla fine, dunque, il mitico chiosco Specialità da Piero – all’esterno di Porta Santa Maria - verrà demolito. Non ci sono più dubbi al riguardo, è solo questione di ore, al massimo di giorni. Sabato scorso c’è stato il saluto ideale alla città: avremmo voluto esserci, ma purtroppo non eravamo nei paraggi per impegni presi in precedenza. E ci dispiace molto. Da quando la famiglia Pepi ha annunciato sui social la chiusura dell’attività – che di fatto, era già realtà da diversi mesi -, è partita subito una lunga catena emotiva di reazioni da parte dei lucchesi, che a questo luogo sono affezionatissimi. E del resto, non potrebbe essere altrimenti. Alzi la mano chi non si è mai fermato per un bombolone o un frate caldo, magari prima di andare alle giostre o subito dopo la Luminara di Santa Croce. Perché i dolci da Piero sono stati – per generazioni – un classico irrinunciabile, soprattutto durante il Settembre Lucchese. Questa storia di 70 anni, adesso, viene cancellata. E dalla famiglia Pepi sono arrivate parole nette: “Nessun ripensamento, la chiusura è definitiva”. La politica, come spesso accade in questi casi, si è fiondata dentro a questa ondata di tristezza mista a rabbia da parte dei lucchesi. E ancora una volta non ci ha fatto una bella figura. La demolizione del chiosco – giova ricordarlo – è una soluzione diventata concreta durante l’amministrazione comunale di centrosinistra guidata da Alessandro Tambellini, esplodendo mediaticamente nell’autunno 2021. E’ quello il momento in cui diversi esponenti dell’attuale maggioranza – ricordiamo in particolare in prima fila l’oggi assessore al turismo Remo Santini – si erano stracciati le vesti, inveendo contro l’insensibilità della sinistra...
