Quando, nell'estate del 2023, incontrammo, presentammo e intervistammo per la prima volta il generale Roberto Vannacci con il suo libro Il mondo al contrario, pensammo subito che avrebbe fatto strada. Per tanti motivi, ma, soprattutto, perché aveva una fluidità di linguaggio, una proprietà di linguaggio e la conoscenza di sei lingue che ne facevano una sorta di anomalia in un mondo dove l'ignoranza e lo spirito di sacrificio sono una rarità. Inoltre era un incursore e, quindi, un individualista, una persona che non aveva e non ha paura a stare da solo né, tantomeno, a stare con gli altri. Adesso, a distanza di questo breve arco di tempo, dopo una stratosferica vittoria alle elezioni europee, ecco che Vannacci si è tuffato alla grande nel mare in tempesta della politica tout court. Non solo, quindi, gli interventi, straordinari, a Bruxelles contro l'Unione Europea delle élites, non soltanto contro Ursula von der Leyen, personaggio inutile e dannoso, ma anche la presa sulle spalle della campagna elettorale della Lega, il suo attuale partito, in Toscana, la regione in cui vive con la famiglia. Salvini gli ha dato carta bianca e lui questa libertà pressoché totale la sta utilizzando a modo suo, senza guardare in faccia nessuno sapendo benissimo che si sta giocando una buona fetta di credibilità. E, puntualmente, da Viareggio dove c'è un robusto nucleo della Lega, sono arrivate le prime pugnalate alle spalle e non tanto o non solo a quelle di Vannacci che, tra l'altro, le ha piuttosto robuste e provate, quanto a quelle del partito molto debole in tutta la provincia e che, con questa guerra fratricida, rischia di restare con il cosiddetto culo per terra.
Il primo a fare casino e a protestare è stato Massimiliano Baldini, consigliere regionale divenuto tale grazie al trasferimento, a Roma, della Elisa Montemagni alla quale, se non rammentiamo male, si deve, in concorso, la caduta della giunta di centrodestra di Massarosa di Alberto Coluccini alcuni anni fa. Baldini non ha gradito la blindatura di Massimiliano Simoni che gli garantisce, al 100 per cento, il posto in Regione. E da allora non è passato giorno senza che da Baldini non arrivassero attacchi verso la deriva vannacciana del partito. Con il ridimensionamento di Alessandro Santini, capogruppo a Viareggio, ecco l'accusa di Baldini e di Maria Pacchini, di aver stretto un accordo, il patto del budino, con Giorgio Del Ghingaro rinnegando, così, dieci anni di opposizione all'attuale sindaco.
In realtà non c'è mai stato un incontro tra Del Ghingaro e Vannacci anche se entrambi sono due persone concrete anche se il primo è un nostalgico del Pd dal quale vorrebbe essere accettato (inutilmente) e il secondo è uno al quale di essere accettato da qualcuno frega il giusto ossia niente. Nessun patto, quindi, tantomeno un budino, nemmeno sul lungomare da Galliano.
Noi che frequentiamo Viareggio professionalmente dal 2010, non possiamo non ricordare l'antipatia reciproca tra quelli che furono candidati alla poltrona di sindaco, ossia Massimiliano Baldini e, appunto, Giorgio Del Ghingaro. Baldini ha sempre perso ogni confronto elettorale con il sindaco lucchese, anche quando fece ricorso contestando i risultati di una sua vittoria. E' ovvio che in Baldini quello che prevale è un sentimento di rivalsa sia verso Del Ghingaro per ragioni 'storiche' sia verso Vannacci per motivi elettorali. Solo che tutto ciò sta creando il forte e concreto rischio di una débacle del partito e, infatti, ai post su facebook di Pacchini e Baldini, si leggono le accuse e le critiche di elettori della Lega che si dicono disgustati e traditi. Dalla nuova alleanza tra Vannacci e Del Ghingaro. Ma dove?, ma quando? Non c'è traccia di tutto ciò, ma c'è traccia di una campagna contro il partito e contro Vannacci che sta montando in Versilia. Chiamando, addirittura, in causa, presunti trascorsi fascisti di Vannacci. Questa sì che è una porcata altro che quella contro Alessandro Santini.