È proprio così, il Museo del Risorgimento di Lucca non gode di buona salute. Riaperto nel marzo di 12 anni fa dopo un lavoro importante di messa a norma, selezione e restauro dei materiali esposti, ristrutturazione degli ambienti e delle vetrine secondo criteri più moderni e di maggiore fruibilità per il pubblico dei visitatori, questa importante istituzione culturale lucchese è rimasta ferma ai giorni immediatamente successivi alla pandemia. Oggi il Mur non ha nessun orario di apertura e chiusura, nessun addetto a tale compito, nessun programma e nessun obiettivo da raggiungere... Semplicemente, non esiste!
Privo di un direttore; con un "direttore scientifico" - qualsiasi cosa voglia dire – dimissionario da tempo; da 12 anni senza un euro in bilancio; sprovvisto di qualsivoglia promozione sul territorio per rendere il MUR più conosciuto tra gli studenti, gli insegnanti, i turisti e tutti i potenziali interessati, il Museo conduce un'esistenza stenta e precaria. E intanto inesorabilmente degradano apparati, strutture, reperti... Qualche palpito di vita gli è garantito solo dal lavoro volontario di "un pugno di prodi", tanto per usare un linguaggio ottocentesco in armonia con l'argomento in questione.
È stato unicamente in virtù del loro spirito di servizio che il MUR è riuscito a organizzare e promuovere alcune iniziative e attività che, nonostante le difficoltà sopra accennate, hanno ottenuto buoni, talora ottimi, risultati in termini di pubblico e d'immagine.
Ora giunge l'intelligente e utile proposta/provocazione lanciata dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro: l'adozione del Museo del Risorgimento da parte del Comune di Viareggio, disponibile anche a trovare a esso una nuova sede nel territorio di sua competenza... Come è noto, le pratiche di adozione prevedono lunghi periodi di attesa. C'è tutto il tempo necessario, quindi, per avviare una seria riflessione intorno ai destini possibili di questo importante servizio culturale a disposizione delle comunità provinciali e non solo.
Ben pensato e ben organizzato una dozzina d'anni fa, oggi il Museo del Risorgimento lucchese costa poco; corrobora, senza cadute scioviniste, il senso d'appartenenza nazionale e quindi educa; aiuta sine ira ac studio a ragionare intorno a qual è l'eredità culturale che ci portiamo dietro e cosa significa essere italiani oggi. E in quale misura la nostra storia, la storia patria, può essere ancora considerata un serbatoio d'identità. Non è azzardato affermare che l'idea di Paese che si vuole avere per il futuro passa anche attraverso una visita alle sale del Museo del Risorgimento di Lucca.