Anno XI 
Venerdì 5 Settembre 2025
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Scritto da Redazione
Cronaca
05 Settembre 2025

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Il 3 settembre 2025, alla presenza del gruppo lucchese guidato dall'arcivescovo Paolo Giulietti, presso l'Auditorium del Padiglione Italia, Expo 2025 Osaka, si è svolto il Simposio internazionale «FIDES ET SPES "errando per le strade ondose". Pilgrimages between Japan and Europe», che ha inteso avvicinare la comunità internazionale accademica ed ecclesiastica ai temi dell'incontro culturale tra Giappone ed Europa dal XVI secolo a oggi. Focus centrale del Simposio è stata la commemorazione della prima ambasceria giapponese giunta in Italia nel 1585 e che aveva conosciuto molte città della nostra penisola grazie ad un pellegrinaggio iniziato il 22 marzo del 1585 e terminato il 6 agosto dello stesso anno, quando i giovani ambasciatori si imbarcarono a Genova per fare rientro in patria. Di questo importante pellegrinaggio svolto esattamente 440 anni fa, nel mese di maggio 2025, presso la Tau Editrice (Todi, Umbria) è stato pubblicato il volume «TENSHŌ 天正. Diario di un pellegrinaggio giapponese alla Curia Romana (1585). Fonti manoscritte e a stampa» a cura di Paolo Giulietti, Olimpia Niglio e Carlo Pelliccia. Questo volume commemora uno degli eventi più particolari e rilevanti della storia della Chiesa cattolica in Giappone alla fine del XVI secolo: l'arrivo a Roma, nel 1585, di quattro ragazzi guidati da padri gesuiti, per rendere omaggio e obbedienza a papa Gregorio XIII. Il Simposio Internazionale ha ospitato autorevoli professori universitari provenienti da diversi paesi del mondo: Argentina, Cina, Italia, Giappone, Lussemburgo, Portogallo, Stato della Città del Vaticano, Venezuela e Stati Uniti. Dal 4 settembre il gruppo lucchese si è spostato nel sud del Paese del Sol Levante, con tappa a Nagasaki. In questa città hanno già fatto visita al Museo dei 26 martiri, che commemora i primi cristiani uccisi in Giappone, a causa della fede, nel 1597. Nei pressi di questo Museo si trova anche il luogo dove fu arso vivo il missionario lucchese domenicano, beato Angelo Orsucci. Era il 10 settembre 1622 e l'uccisione avveniva dopo 4 anni di prigionia dalla quale riuscì a scrivere messaggi e lettere. In una di queste, indirizzata ai familiari, Orsucci scrisse: «Io sono contentissimo per il favore che Nostro Signore mi ha fatto e non cambierei questa prigione con i maggiori palazzi di Roma».

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