Figura ancora molto discussa quella del viareggino Lorenzo Viani (1882 – 1936), pittore, incisore, scrittore. Gli si rimproverano la debolezza ideologica che lo portò dall’anarchismo giovanile alla contiguità col fascismo e un allucinato, tagliente, talora brutale, espressionismo grafico e narrativo, ancora per molti indigeribile, nella rappresentazione di un’umanità marginale e miserevole: avventori d’osteria, marinai, vagabondi, prostitute… Sì, Lorenzo Viani opera una decisa rottura rispetto ai tradizionali canoni artistici del suo tempo alla ricerca della narrazione di una realtà più profonda in un’acutissima tensione emotiva e spirituale.
Procedendo nel racconto della vicenda biografica dell’artista versiliese, le Autrici, Maria Teresa Landi e Luciana Tola, fissano sulla pagina il punto di vista di parenti, amici, collaboratori, ammiratori, maestri e allievi di Lorenzo Viani e il pensiero del Maestro stesso. Agli interventi in prima persona se ne alternano altrettanti in terza, in genere più oggettivi e distesi: modalità narrative e sguardi diversi che permettono di mettere a fuoco i fatti, non solo pubblici ma privati, intimi, di una personalità tormentata fin dall’infanzia da un perenne sentimento d’inadeguatezza e da un’inesausta ricerca di senso.
Dopo un’infanzia selvatica, appena temperata dall’affetto della poverissima famiglia, - “Noi siamo gente di terra” esordisce la madre - Lorenzo conosce fin da subito, poco più che fanciullo, le durezze del lavoro e ben percepisce la somma delle ingiustizie che fa girare il mondo, per cui “chi non ha, non è”. Una logica desolante a cui è necessario opporsi con tutte le proprie forze, denunciandone innanzitutto l’iniquità e agendo per ribaltare, se del caso, quella condizione di arbitrio e prepotenza. Ma come? Attraverso l’agire politico - ed ecco l’adesione del giovane al pensiero di Bakunin e Malatesta - e l’arte, tutta rivolta alla rappresentazione e al racconto dei Vàgeri, la moltitudine dei miseri viareggini, abitatori proletari e sottoproletari della Darsena, agli antipodi del bel mondo appena al di là del canale.
Lorenzo Viani vive, attraversa e conosce “dal basso” il tempo della cosiddetta belle epoque, ma la sua aspra polemica sociale non gli impedisce di partecipare alla straordinaria stagione culturale della Versilia di quegli anni a cavallo tra due secoli e ai miti del luogo e del tempo: Shelley, il poeta del “liberato mondo”; D’Annunzio sempre in bilico tra il “poeta operaio” e l’esteta-vate di una raffinatissima arte totale; senza dimenticare i fasti della Repubblica di Apua, cenacolo di artisti, intellettuali e rivoluzionari - Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Enrico Pea, Giuseppe Ungaretti, Plinio Nomellini, Alceste De Ambris Luigi Campolonghi solo per citare i nomi più noti - che dall’inizio del Novecento e per oltre un decennio seppero movimentare la vita culturale italiana a partire dalla Lunigiana prima, dalla Versilia poi. Sempre oscillanti tra anarchia, socialismo, sindacalismo rivoluzionario e provocazione goliardica, dettero vita a controversie artistiche e politiche che lasciarono il segno e che posero quei giovani di fronte al drammatico dilemma della Grande Guerra: pace o conflitto? Viani, per esempio, fu interventista, nella convinzione che solo la guerra avrebbe contribuito a cancellare un ordine sociale e politico ingiusto. E più tardi, abbacinato dalle parole d’ordine fasciste e sansepolcriste, avrebbe confuso il fascismo con la rivoluzione… Ma non fu un errore soltanto suo…
Maria Teresa Landi e Luciana Tola, le Autrici, che provengono dall’insegnamento e hanno alle spalle un lungo sodalizio di scrittura su tematiche artistiche-storico-letterarie locali e non solo, trattano, con misura e discrezione forse anche eccessive, un protagonista della storia del Novecento dalla vicenda complessa, non facile da riportare sulla carta, per tanti versi ancora sfuggente. Romanzo di formazione il loro, biografia romanzata, oppure pagine di storia artistico-letteraria condensate in un personaggio? Sicuramente un lavoro scritto intingendo la penna nell’inchiostro dell’affetto per Viareggio e la Versilia e della riconoscenza per Lorenzo Viani, di questa città e di questa terra figlio devoto e capace d’interpretarne fino in fondo l’anima scontrosa, ribelle e densa di umanità.
Maria Teresa Landi e Luciana Tola, Lorenzo allo specchio. Storia di un artista scomodo, prefazione di Paolo Fornaciari, collana Battitore libero, Giovane Holden edizioni, Viareggio (Lu), 2024, pp.275, Euro 16,00