Anno XI 
Mercoledì 27 Agosto 2025

Scritto da giancarlo affatato
Politica
30 Maggio 2025

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Più che di ambiente, ormai al Mase si parla solo di transizione ecologica. Diretto da Gilberto Pichetto Fratin, senatore forzista di lungo corso, esperto di dinamiche governative e parlamentari, quel Ministero sembra essere diventato, di punto in bianco, una specie di roccaforte impenetrabile per medici, biologi, igienisti ambientali, naturalisti, ecologi ed ecotossicologi. Eppure la crisi climatica e quella dell'habitat in cui viviamo, sono due argomenti strettamente collegati tra loro, così come le recenti acquisizioni scientifiche hanno disvelato. Esiste infatti un preciso nesso di casualità tra l'inquinamento e l'insorgenza di malattie gravi. A fronte di ciò e nonostante le reiterate richieste dell'Ordine professionale che mi onoro di presiedere (quello dei Biologi), Fratin non è mai riuscito a trovare un po' di spazio nella sua agenda per ricevere gli ordini sanitari che pure sono chiamati a svolgere un ruolo determinante in campo ambientale e sanitario. Forse l'esponente del governo preferisce guardare altrove, ossia verso l'ambito di quella transizione ecologica che di recente è stata aggiunta anche tra le competenze del suo dicastero. Evidentemente l'esponente dell'esecutivo punta verso altri scenari che ritiene probabilmente più importanti: quelli che riguardano l'energia, il suo sfruttamento e soprattutto la sostenibilità economica che da essa potrebbe derivare. In parole semplici, il capo del Mase mira ai piani industriali per accaparrarsi le cosiddette energie pulite (solare, eolico, idro elettrico e nucleare). Parliamoci chiaro. Sono anni che in Italia si propina come fattibile ed imminente la piena conversione dell'energia ricavata da gas, petrolio e combustibili fossili in "rinnovabile". Tuttavia, bonus e sconti elargiti a profusione per favorire questa trasformazione, sembrano essere caduti nel nulla. Per quanto sforzi siano stati messi in campo, infatti, di "green" al momento, nel nostro Paese, se ne vede davvero poco visto che per produrre elettricità si continuano a sfruttare gas, carbone e petrolio con costi per Kw/ora sensibilmente elevati. Il resto lo ha fatto una deleteria campagna in favore dei veicoli elettrici che in Germania ed anche in Italia, stante la scarsa autonomia e l'affidabilità dei motori a batteria (oltre che per l'approvvigionamento), ha rischiato di mandare seriamente sul lastrico il settore automobilistico. Non resta allora che la fusione nucleare. Tuttavia, nel 1987 e nel 2011 gli italiani hanno bocciato istericamente questa fonte prodigandosi poi per smantellare le centrali presenti nel nostro paese (molte delle quali ancora in costruzione) procurando un danno spaventoso all'erario, salvo poi andare a comprare quella stessa energia dalle centrali francesi e svizzere poste ai nostri confini. Tradotto in soldoni: abbiamo scelto di assumere in tal modo i rischi della radioattività senza però godere dei benefici. Un surplus di spesa che viene recuperato con la tassa sull'impegno di energia potenziale da fornire. In poche parole: lo Stato ci fa pagare non solo quello che consumiamo ma anche la disponibilità a fornircelo. Come se un salumiere ci facesse pagare anche l'uso della bilancia e la disponibilità stessa del prodotto che intendiamo acquistare. Chiamarla un'imposizione "camorristica" del monopolista statale sembra più che appropriato. Quello che però maggiormente preoccupa è l'attenzione che il Ministero competente dedica ormai alle sole vicende energetiche infischiandosi di tutto quanto il resto. Non si dispiaccia nessuno se allora sorge il sospetto che ci si interessi del comparto ove evidentemente più cospicue appaiono le cifre che girano e gli eventuali affari che si potrebbero realizzare. A cominciare proprio dal nucleare di ultima generazione che pare stia molto a cuore a Pichetto Fratin. Tutto questo nel mentre l'Italia sembra essersi quasi dimenticate delle sue tante enclaves tossiche chiamate spregiativamente "Terre dei fuochi". Che la gente si ammali di linfomi, di timori, di malattie auto immuni, che un trenta percento di popolazione sia soggetta ad allergie, che interi territori, coste e mari siano diventati delle pattumiere poco o niente conta per il capo del Mase. Molto meglio pensare agli affari che non alla ricerca ed alla tutela della salute.

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