Politica
Spalti delle Mura: sono nella fase conclusiva i primi interventi di ripristino dell'area ex Vivai Testi
Sono entrati in questi giorni nella fase conclusiva i lavori di sistemazione e ripristino di tutta l'area appartenuta all'ex Vivaio Testi, sugli spalti delle Mura, acquistata recentemente dall'amministrazione comunale con l'intento di completare finalmente il parco delle Mura urbane.

"Sanità devastata, un appello per firmare per il referendum"
Una sanità a misura d’uomo che ritorni alla sua naturale dimensione territoriale, servizi che ascoltino le esigenze locali, le Case della Salute che offrano i servizi previsti, il Pronto Soccorso che sia un luogo di effettiva presa di carico e che ogni persona possa interloquire con la propria ASL in maniera facile e veloce

Alleanza Verdi Sinistra presenta i candidati della circoscrizione di Lucca
In vista delle elezioni regionali del 12 e 13 ottobre, Alleanza Verdi Sinistra presenta la propria squadra di candidati nella circoscrizione di Lucca. Una lista che rappresenta la…

Chiara Martini (Pd): "Ridurre i posti alla Fiera di Santa Croce è una scelta giusta e attesa. Ma l'amministrazione Pardini continua a penalizzare le fiere cittadine"
"La decisione di ridurre il numero degli spazi disponibili per la storica Fiera di Santa Croce – dichiara Chiara Martini, consigliera comunale del Partito Democratico – è un…

Il ministro Giuli in visita al cantiere del museo Mitoraj
"Non posso dire di più né dirò di più, perché c'è una commissione che dovrà decidere. Ma è ovvio che la storia, il lignaggio, il grande tessuto culturale e…

Geal, il gruppo Salviamo la nostra acqua contro i capigruppo di maggioranza: “Basta vittimismi e accuse rivolte al passato, Geal può e deve essere salvata oggi”
“Spiace che la pletora di inesattezze e imprecisioni che ormai caratterizza il dibattito sul futuro di GEAL venga alimentata, oltre che dal centrosinistra, anche dai capigruppo della maggioranza…

Il Comune rinnova i servizi di Pet Care: proseguiranno gli interventi in favore di anziani, persone con disabilità e cittadini fragili
L'assessore Consani: "Il rinnovo di questi servizi rappresenta un grande risultato e ribadisce il nostro impegno per le politiche legate alla relazione uomo-animale"

Guerra in Ucraina e l'Europa dei volenterosi
Un esperto uomo politico che ha attraversato tutte le vicende storiche della cosiddetta prima repubblica, Giulio Andreotti, soleva ripetere, con arguta ironia, che in politica non basta aver ragione, bisogna trovare chi te la riconosca

Si concluderanno nel mese di settembre i lavori di riqualificazione al Foro Boario: la struttura pronta a tornare al servizio dei giovani e della città
Saranno completati intorno alla metà di settembre i lavori di riqualificazione del Foro Boario, che hanno interessato l'intero complesso restituendolo totalmente rinnovato ed efficiente, sia sotto il profilo ambientale…

Rom (Sinti) e motori, solo dolori
Vorrei condividere qualche nozione appresa lavorando qualche anno per strada, magari qualcuno trova una soluzione

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Siamo alla svolta finale con la riforma della magistratura voluta dal ministro, e magistrato, Carlo Nordio. Se le cose in Parlamento andranno secondo logica – ovvero in base agli equilibri netti e consolidati della divisione dei seggi – avremo questo colpo alle correnti con la nomina a sorteggio del Consiglio Superiore della Magistratura, la separazione delle carriere, e altro.
L’interrogativo che si pone l’uomo della strada è: “Cambierà qualcosa?”
Se si prende a riferimento il quadro di situazione delineato da Luca Palamara e Alessandro Sallusti in “Il Sistema” e “Lobby & Logge”, almeno per quel che riguarda la magistratura italiana, ritengo di sì. Cambierà qualcosa. Del resto ci hanno insegnato che ad ogni azione corrisponde reazione uguale e contraria, almeno quella. Se non altro non servirà legarsi a una corrente per far carriera, o ottenere clemenza in occasione di procedimenti disciplinari.
E cambiare qualcosa, oggi, è imperativo. Non è opinione personale, avendo consapevolezza della sostanziale pulizia della categoria, ma dopo il picco positivo registrato nel periodo di “Mani Pulite”, se c’è oggi un’Istituzione in calo di affidabilità percepita, è quella togata.
Le cause, sfogliando i social che fotografano cosa pensa un popolo, possono essere ricondotte:
al risultato di “tangentopoli”, circa 1300 condanne e patteggiamenti, ma anche circa 430 assoluzioni nel merito, senza contare il forte numero di proscioglimenti senza rinvio a giudizio;
ad alcune sentenze e “atti dovuti” contro le Forze dell’Ordine, e a favore di extracomunitari irregolari. Ricordiamo che per il cittadino medio – quello che non si fa abbindolare dall’opuscolo dei centri sociali che abolirebbe la polizia – le prime garantiscono la sicurezza, i secondi la inficiano;
ad evidenti comportamenti di sostegno a frange estremiste, francamente difficilmente compatibili col ruolo di magistrato;
alla sempre crescente richiesta dell’uomo della strada di “far pagare” ai giudici i loro errori, nell’accusare e nel giudicare.
Interrogativo più raffinato è: “Sarà sufficiente al popolo italiano questa riforma?”
A mio parere, no. Ma è comprensibile anche che si voglia procedere per gradi.
Rimane del tutto insoddisfatta la richiesta di trovare una sanzione per gli errori, anche quando più che sviste assumono le vesti di uso politico della funzione o estemporaneità non condivise dagli stessi colleghi. E al riguardo sono il primo a dire che il risarcimento economico del danno a carico di procuratore o giudice appare improponibile. Non avremmo più condanne, o – peggio ancora – potrebbe instaurarsi un perverso processo di autodifesa, evitando di riformare sentenze che lo meriterebbero, pur di non “inguaiare” il collega. Che s’innescherebbe forse anche se si vincolasse progressione di carriera e assunzione d’incarichi di rilievo ai risultati, in termini di accuse suffragate da condanne e sentenze non cassate.
Vedo pertanto la soluzione solo in un articolato processo che richiede tempi medio-lunghi, muovendo su più piani paralleli. E in Italia sappiamo che le parallele possono convergere, ce lo insegnò la buonanima di Aldo Moro.
Un cardine imprescindibile è la selezione dei concorrenti al concorso in magistratura. Va vietato espressamente o nei fatti l’accesso a chi ha manifestato concretamente opinioni politiche estremiste, o si è legato a partiti politici attraverso formale tesseramento. Non potrà mai essere realmente terzo, e non rassicurerebbe la parte in causa d’opposto orientamento. Per far ciò occorre ripristinare l’esame della personalità del concorrente, con le informazioni di polizia. Fra l’altro verrebbe soddisfatto il principio del controllo bilanciato fra i poteri. Le informazioni e l’esame psico-attitudinale vengono effettuate per chi concorre per accedere alle Forze Armate e di Polizia, non vedo perché non possa valere analogo ostacolo per l’aspirante magistrato.
Ed è per questo che in magistratura vi è una ferma opposizione all’inserire, nell’iter concorsuale, le visite e le prove psico-attitudinali. Che invece ritengo fondamentali, proprio per individuare soggetti di minore equilibrio, portati al risentimento e al rancore personale, o a farsi sopraffare dalle proprie passioni nell’esercizio di una pubblica funzione che dovrebbe avere priorità.
E i magistrati ben sanno che le visite psicologiche e psichiatriche – per la natura di scienza inesatta delle branche – non possono essere cassate da un T.A.R., che può invece annullare bocciature di temi o di esami orali.
E che quel tipo di accertamenti potrebbero essere sfruttati proprio per eliminare concorrenti indesiderabili.
Sintesi: meglio un uovo oggi che un pollo domani, ma il pollo sarebbe tutt’altra cosa. Attendiamo?
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“A Lucca il tema della sicurezza per la destra che amministra la città da tre anni continua ad essere uno slogan da campagna elettorale mentre gli episodi di violenza e degrado sono ormai quotidiani in centro storico e in altri luoghi della città”.
Ad affermarlo è la lista civica di opposizione Lucca è un grande Noi.
“Il 22 luglio – prosegue la nota - i referenti di Fratelli d'Italia annunciano attraverso una nota l'avvio di "una campagna di ascolto nei confronti dei cittadini e degli operatori economici del centro per raccogliere segnalazioni, proposte e istanze" sottolineando che "quanto accade a Lucca non può essere liquidato come una semplice percezione: il problema sicurezza è reale e richiede risposte concrete e tempestive".
Il solito ritornello era già stato canticchiato il 12 settembre 2024 dal movimento Difendere Lucca, che annunciava la stessa identica trovata: "l'avvio di una campagna di ascolto della cittadinanza, per raccogliere tutte le segnalazioni attraverso un dialogo con i propri rappresentanti istituzionali" rimarcando che "Non si può derubricare a semplice percezione dei cittadini quanto sta succedendo, ormai da troppo tempo, in tema di ordine pubblico nel pieno centro di Lucca: il problema esiste e servono risposte più efficaci".
E' proprio il caso di dire che ... cambia il nome del partito, ma il vuoto resta lo stesso: dopo tre anni alla guida della città, siamo ancora al punto di partenza mentre la situazione è peggiorata ed è sotto gli occhi di tutti.
Il centro storico è orami teatro quotidiano di risse, aggressioni, spaccio e uso d'alcool e spesso i protagonisti sono giovani e giovanissimi. I cittadini, i commercianti, i turisti convivono ormai nell'abbandono e la paura. Ma l'amministrazione Pardini, invece di agire, preferisce le passerelle e i comunicati stampa, come se non avesse responsabilità diretta. I post sui social possono giovare alla comunicazione del sindaco e di qualche politico ma non servono ai cittadini che la sera si devono guardare alle spalle quando rientrano a casa.
Ormai quasi un anno fa il sindaco annunciava un consiglio comunale straordinario sulla sicurezza, sbandierato sui giornali dal presidente del consiglio Torrini. Consiglio mai convocato. Dimenticato. Come le tante promesse fatte in campagna elettorale: più controlli, più agenti, tolleranza zero. Solo parole. Ad ogni triste episodio si risponde con un'azione tampone senza alcuna strategia e programma efficace per garantire nel tempo nelle nostre strade decoro, sicurezza e senso civico. Nel frattempo il Piano di potenziamento per i servizi di vigilanza estiva in Toscana (dal 30 giugno al 1 settembre) ha previsto sulla provincia di Lucca 39 unità aggiuntive (agenti della polizia di stato, carabinieri e finanzieri) di cui 34/35 dislocati a Viareggio e Versilia. E alla città di Lucca?
Oggi la destra che governa Lucca è brava a indignarsi... con se stessa. Organizza "campagne di ascolto" come se fosse all'opposizione, dimenticando di essere al potere. Ma il potere implica serietà e responsabilità, non solo propaganda.
La città è stanca dei proclami riciclati ed é stufa di attendere soluzioni che non arrivano. É urgente un reale impegno amministrativo e politico, un piano coordinato di azioni integrate: presenza costante delle forze dell'ordine e controlli puntuali e non solo dal giovedì al sabato come annunciato tardivamente poche ore fa dal sindaco dopo gli ultimi casi violenti, inoltre le forze dell'ordine, a cui va la gratitudine per il grande e costante impegno, devono essere messe in grado di operare attraverso dotazioni, organici e formazione; investire in progetti di riqualificazione di spazi urbani, sostenere i patti civici e i progetti di cittadinanza attiva; realizzare progetti sociali di integrazione, azioni culturali di educazione alla cittadinanza e alla partecipazione, recuperare i progetti di educativa di strada per adolescenti e giovani che la nuova amministrazione ha soppresso, tutte azioni indispensabili per una seria e necessaria prevenzione se si vuole costruire una società sana e responsabile.
A tre anni dall'insediamento, l'amministrazione Pardini si dimostra ampiamente incapace di passare dalla parola ai fatti, ma è maestra nell'arte del comunicato stampa e dei sorrisi.
I cittadini non chiedono veline o selfie, chiedono soluzioni, chiedono che Lucca torni ad essere una città in cui si possa passeggiare senza timori e la sera tornare a casa senza timori. E chi non è in grado di governare, dovrebbe avere almeno l'onestà di ammetterlo.