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Scritto da francesca sargenti
Cultura
16 Aprile 2022

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Marco Amerighi è stato ospite ieri, giovedì 14 aprile, di Gina Truglio, presso la Libreria Ubik per presentare il suo nuovo libro, “Randagi”, pubblicato da Bollati e Boringhieri e candidato al Premio Strega 2022.

Amerighi vive e lavora a Milano come traduttore, editor e ghostwriter per diverse case editrici. La pubblicazione del primo libro, Le ore contate (Mondadori 2018) è stato un percorso accidentale, come lui stesso ha dichiarato, ed è stato per lui inatteso ricevere il premio Bagutta Opera Prima, anche se dentro di sé ha sempre pensato che la carriera di scrittore fosse la sua vera strada.

Infatti, mentre concludeva il percorso di dottorato di letteratura spagnola con una tesi molto lunga, si è reso conto come quello fosse in realtà il suo primo libro.

 “Mentre studiavo i testi degli altri – ci ha raccontato lo stesso Marco Amerighi - mi sono reso conto che forse li volevo scrivere. Nello stesso tempo tutti mi ripetevano come la mia tesi fosse molto ben scritta, e tutto ciò mi ha spinto a scegliere una strada diversa da quella accademica che mi ha portato ad entrare nel mondo editoriale.”

Il percorso del primo libro è stato molto lungo, accidentato, sofferente e contemporaneamente liberatorio, ma nonostante ciò Amerighi ha deciso di continuare a scrivere.

“L’idea di capire se avevo tra le mie frecce solo il primo libro o se ero uno scrittore, - ha spiegato l’autore - mi ha portato a scrivere questo secondo libro che riflette le mie letture, la mia visione del mondo, molto legato a certi autori della tradizione toscana di primo Novecento. Un libro pieno di letteratura, che è diventato un terrario con molti significati”.

Il tema della comunicazione legato è uno dei temi di interesse dell’autore che affronta nel libro, ma la storia si ferma volutamente al 2008, prima dell’esplosione dei social, a quando si inviavano ancora cartoline, telegrammi, mezzi di comunicazione che creavano un attesa reciproca da parte di chi doveva ricevere, ma anche da parte di chi spediva.

“È un romanzo molto denso per trama, per personaggi per temi, che nasce in un momento particolare della mia vita – ha spiegato Marco Amerighi - e iniziato in un modo molto strano: avevo appena scritto e stampato il primo romanzo, e proprio in quel momento è nato il personaggio di Pietro Benati, protagonista di Randagi. Un personaggio, un uomo senza qualità, senza talento, senza aspirazioni, che si trova costantemente davanti a un bivio e che ha bisogno di una spinta per poter imparare a scegliere e lanciarsi in una direzione.”

Nel romanzo troviamo molti personaggi, frutto di fantasia, ma tra questi si distingue anche un personaggio ispirato ad una persona reale, Andrei a la muerte, che si ispira a Domenico Petrosino, musicista pisano, chitarrista, cantautore e disc jockey, uno dei maggiori rappresentanti del movimento punk hardcore italiano degli anni 80.

Raccontare Randagi non è semplice, ma spero avervi incuriosito a leggere il romanzo sulla vita di Pietro Benati, nato e cresciuto all’ombra della Torre di Pisa

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