Economia e lavoro
Lucca: al via gli Open Day di Gi Group per guidare i giovani nel mondo del lavoro
Gi Group lancia a Lucca gli Open Day 2025, un ciclo di appuntamenti gratuiti pensati per accompagnare i giovani in una scelta consapevole per il proprio futuro professionale

Il primo marketing partner di Lucca: nasce Astra Studio
A Lucca c’è una nuova realtà che sta facendo parlare di sé: Astra Studio, una startup che si propone come il primo marketing partner della città

Fredi Bertocchini, il re di Mondo Acqua
Simpatico è simpatico e, per di più, è anche, così dicono, una persona seria, precisa e puntuale. Il suo ufficio si trova sulla via Sarzanese al numero civico…

Dazi imposti dagli Stati Uniti, un nuovo studio avverte: a rischio gli investimenti
I nuovi dazi del 15% imposti dagli Stati Uniti non minacciano tanto il volume delle vendite delle migliori aziende delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa, quanto…

Open Days per ricerca personale all'Augustus Hotels di Forte dei Marmi
L'Augustus Hotels, storico brand emblema del lusso in Toscana, conferma la propria eccellenza nell'ospitalità di alta gamma con l'Augustus Hotel & Resort 5 stelle, composto da Villa Pesenti,…

L'Unione Europea rafforza la sicurezza nei cosmetici, Cna Lucca rassicura cittadini e imprese
Un importante aggiornamento normativo è stato pubblicato in materia di cosmetici. La nuova disposizione introduce un divieto rigoroso sull'uso e l'immissione sul mercato di una serie di sostanze…

Messer Pompeo, lo storico salone di Pescia porta freschezza nel mondo del taglio maschile anche a Lucca: “Vogliamo essere un brand. Tagli su misura grazie alla nostra tecnica geometrica”
“Vogliamo essere il punto di riferimento per le ultime tendenze di taglio maschile; vogliamo essere un gruppo di ragazzi focalizzati, uniti tra loro, per creare qualcosa di unico: vogliamo essere un brand”

Ad agosto rallenta la domanda di lavoro a Lucca, Massa-Carrara e Pisa
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Lavorare dopo la scuola. Al via a Lucca il corso gratuito IeFp Accademia SalaBar
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Accademia Acconciatori: al via a Lucca il corso gratuito IeFp per under 18 in uscita dalle scuole medie
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Nel decreto rilancio per le imprese qualche vantaggio, ma anche occasioni perse e passi indietro, il presidente Grossi: "Aspettiamo ancora misure che aiutino veramente il rilancio"
Qualche provvedimento di segno positivo ma quasi nessuno che davvero promuova il rilancio dell'economia nazionale; in compenso, alcune misure che rappresentano delle occasioni perse e altre che addirittura segnano passi indietro rispetto a norme recenti. Questa in estrema sintesi la valutazione che Confindustria Toscana Nord dà del decreto Rilancio, peraltro non ancora pubblicato e forse ancora suscettibile di qualche ulteriore modifica.
"Più che rilancio il decreto dovrebbe essere chiamato indennizzo - commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi -. Lo spirito del provvedimento è evidentemente quello di tamponare alcune gravi falle apertesi nel corpo sociale ed economico nazionale a seguito della pandemia. In cima alle preoccupazioni del Governo sembra esserci la tenuta sociale. Finalità indubbiamente lodevole ma che ha prodotto un decreto legge fatto appunto soprattutto di indennizzi, con risorse spalmate su innumerevoli fronti e non realmente incisive ai fini di una effettiva ripartenza del sistema economico. Certamente positivi l'esenzione dell'Irap, saldo 2019 e primo acconto 2020, per le aziende che fatturano fino a 250 milioni e lo sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Giudizio in chiaroscuro per il rinvio di plastic tax e sugar tax, che dovrebbero essere invece totalmente abolite. Del tutto negativa invece la reintroduzione della procedura sindacale per la pratica della cassa integrazione: presente nel decreto Cura Italia, era stata eliminata nella legge di conversione dato che non aveva altro effetto che quello di complicare l'iter. Adesso, dopo pochissimo tempo dalla sua esclusione da parte del Parlamento, la necessità della procedura sindacale viene reintrodotta da questo nuovo decreto legge: atto incomprensibile, oltre che grave."
Alcuni dei provvedimenti favorevoli alle imprese lo sono soltanto per realtà aziendali di dimensioni molto ridotte e non toccano l'industria che marginalmente: gli incentivi a fondo perduto e il bonus affitti dei capannoni industriali per esempio riguardano solo aziende sotto i 5 milioni di fatturato, mentre gli sconti sulla componente fissa delle bollette sono di modesta entità e si applicano solo agli allacci alla rete di distribuzione elettrica in bassa tensione.
Altre misure coinvolgono anche le industrie, non sempre agevolandole. Giudizio positivo ma con riserva per lo slittamento al 16 settembre dei versamenti di imposte e contributi: la misura coinvolge le imprese che avevano i versamenti già sospesi per effetto di provvedimenti precedenti, basati - fra gli altri criteri - anche sulla riduzione del fatturato in misura superiore al 33%, tetto alto e limitato appunto al solo fatturato, senza tenere conto del diffuso fenomeno dei mancati incassi. Quanto ad altre misure, da menzionare in negativo la proroga del blocco dei licenziamenti per giustificato motivo, che non fa che posporre i problemi; positivi invece, in direzione di maggior snellezza e velocità delle pratiche, il passaggio dalle Regioni all'Inps del pagamento della cassa integrazione in deroga per i periodi successivi alle 9 settimane e la conferma della possibilità di pagamento diretto da parte dell'Inps della cassa integrazione con procedure che dovrebbero garantire maggiore rapidità nell'erogazione del trattamento. Ugualmente positiva, al di là di alcune imprecisioni tecniche nella formulazione della norma, la possibilità di prorogare o rinnovare i contratti a termine anche in assenza delle causali.
Sono previsti anche interventi straordinari - da valutare quando saranno definiti i relativi indirizzi da parte dell'Inail e le modalità di pagamento da parte di Invitalia - a favore delle imprese che investano in attrezzature e apparecchiature per il distanziamento e la protezione individuale allo scopo di ridurre il rischio di contagio.
Fin troppo ambiziose le agevolazioni fiscali per gli aumenti di capitale di imprese con fatturato fra i 5 e i 50 milioni: l'intento di irrobustire la capitalizzazione delle imprese è corretto ma forse non tempestivo, dato che in questo momento per la maggior parte delle aziende l'obiettivo è, se non il rilancio, quantomeno la sopravvivenza, piuttosto che operazioni di ricapitalizzazione.
Sul versante edilizio, bene il potenziamento dell'ecobonus e del sisma bonus, inclusa la bancabilità del relativo credito di imposta, mentre desta sconcerto l'esclusione dell'intero capitolo degli appalti pubblici e la possibilità per le stazioni appaltanti di pagare i lavori svolti finora, esponendo così al rischio di carenza di liquidità imprese che hanno già svolto il loro lavoro.
"L'auspicio è che al decreto Rilancio facciano seguito altri provvedimenti in grado di dare davvero una spinta per la ripresa dell'economia nazionale - conclude il presidente Grossi -. Alcuni temi come quello della liquidità rimangono cruciali. Speravamo nel recepimento della nostra richiesta di allungamento da 6 a 10 anni della durata dei finanziamenti oltre i 25.000 euro, ma nel decreto Rilancio non ce n'è traccia. Peraltro non è ancora risolto il problema dei tempi lunghi di erogazione di questi finanziamenti: qualcosa si è mosso per i prestiti al di sotto di quella soglia, ma non per le operazioni più consistenti, di interesse per il mondo industriale. Il caso-liquidità è emblematico di uno degli aspetti più avvilenti delle vicende normative all'epoca del coronavirus: quello delle occasioni mancate. Nella tragedia che ci ha travolto potrebbe essere almeno colta l'opportunità di fare pulizia rispetto a lungaggini, burocrazia inutile, costi impropri. Tutte patologie economiche e organizzative che ora non possiamo proprio più permetterci, se mai ce le siamo potute permettere in passato. Non è ancora troppo tardi: se le risorse sono poche, cerchiamo almeno di giocare su altri fronti, della semplificazione, della sburocratizzazione, della digitalizzazione intelligente e funzionale. E di focalizzare le risorse che ci sono su misure che possono davvero far riprendere il volo all'economia italiana, unica vera tutela dell'occupazione e della tenuta sociale del paese."
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"La fase che stiamo attraversando, ove si registra un sensibile rallentamento del rischio contagi senza però una definitiva sconfitta del virus, presenta un quadro allarmante per molte attività a rischio riapertura, tra queste senza dubbio spiccano quelle del settore Turismo Pubblici Esercizi e Termale" è l'intervento di Giovanni Bernicchi, segretario Fisascat Cisl.
"Nello specifico - spiega - si parla di migliaia di posti di lavoro fortemente a rischio qualora le aziende non fossero in grado di riprendere l'attività svolta prima della chiusura a causa dell'emergenza contagio. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che attualmente si trovano coperti da ammortizzatori sociali, che nella maggior parte dei casi non sono ancora stati pagati dall'INPS, per cui si trovano in una pesante condizione di disagio economico. Occorre sollecitare la Regione Toscana e le sedi Inps territoriali affinché si attivino a fornire risposte veloci a tutte le richieste pervenute, soprattutto per i lavoratori che attendono da più di due mesi il pagamento della cassa integrazione oppure il Fis. La procedura prevede che il pagamento della cassa integrazione o Fis, nella maggior parte dei casi non venga anticipata dal datore di lavoro, questo comporta di dover attendere l'autorizzazione da parte dell'INPS, ma i tempi si sono purtroppo dilatati e i lavoratori si trovano molto spesso senza i soldi per pagare affitti/ mutui o addirittura senza soldi per fare la spesa".
"Anche il ricorso all'anticipazione da parte delle banche non ha sortito gli effetti sperati, in quanto - spiega Bernicchi - anche gli istituti bancari prima di procedere all'erogazione di denaro attendono l'autorizzazione da parte dell'INPS e inevitabilmente chi richiede un anticipo deve aspettare l'eccessiva lunghezza dell'iter burocratico. Questo aspetto riguarda quello che stanno affrontando tutti dipendenti di tante attività del nostro territorio che hanno dovuto attivare la procedura della cassa integrazione e fis, non solo quelle strettamente legate al turismo ma tutte le attività di servizi, del terziario, di estetica e parrucchiere e tante altre della provincia di Lucca. Molti, lavoratori e lavoratrici che si trovano senza occupazione dai primi giorni del mese di marzo quindi a casa senza stipendio, e anche se l'accordo per gli ammortizzatori sociali prevedeva il ricorso all'anticipo da parte delle banche, ad oggi questi dipendenti non hanno percepito un euro. Inoltre, come sindacato siamo in attesa di un confronto con l'aziende per capire se potranno iniziare alcune attività e conoscere quale sia il progetto per far ripartire il lavoro nel rispetto del protocollo sulla sicurezza".
"Il momento è drammatico per tutti e soprattutto per le fasce più deboli, quei lavoratori e lavoratrici che si trovano a casa senza stipendio e senza un minimo di sostentamento economico,non possono essere più accettabili i ritardi - è il monito conclusivo del referente Fisascat - , è quanto mai urgente fornire una risposta veloce a chi ha bisogno di vivere e di lavorare".