Sono fresca di diploma e voglio condividere con chi avrà la pazienza di leggermi alcune considerazioni che non ho mai avuto modo di esprimere. Ne sento il bisogno perché voglio rivolgermi a ragazzi come me che si sentono nella scuola italiana inadatti e poco intelligenti.
Credo che sia giunto il momento di cambiare le cose, per questo motivo mi sono candidata nella lista civica di Eugenio Giani Presidente pur avendo solo 19 anni.
Dato che non mi sono mai riconosciuta in certe definizioni, pur essendo “normale” e avendo anche dovuto affrontare un tumore rivelatosi poi per fortuna benigno durante il terzo anno scolastico, vorrei essere d’aiuto ai miei coetanei che si sentono soli.
Dico queste cose alla luce di quanto sta succedendo in questi giorni dopo il suicidio di Paolo Mendico, il ragazzo quindicenne che si è sentito schiacciato da troppi accadimenti più grandi di lui.
La prima considerazione che mi sento di fare proprio per la sua importanza è che lo studente inteso come una persona con le sue fragilità non è più al centro dell’attenzione della scuola. Oh, sulla carta si, ma la realtà è ben diversa! Mi spiego, ognuno di noi ha le proprie peculiarità che vanno fatte emergere e coltivate dai docenti, addetti ai lavori.
Mi commuovo quando incontro chi sa aiutare i ragazzi in questa maniera, facilitando così la strada formativa e affascinandoli alla scoperta delle materie.
Nella realtà esiste soltanto il programma da portare a termine e se non stai sul pezzo non sei all’altezza, dando inizio ad un meccanismo nel quale sei obbligato ad andare a ripetizioni con altri professori che si sostituiscono a quelli della scuola, scelta che non sempre è alla portata di tutte le famiglie. Questo per me è una sonora sconfitta… certamente non del ragazzo, ma della scuola.
È lo stesso meccanismo della sanità che costringe a rivolgersi al privato.
Certe volte perdiamo di vista il buon Don Milani… “Se si perdono i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola; è un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. Perché se un ragazzo vuole frequentare una determinata scuola e trova delle difficoltà, gli viene detto di rivolgersi altrove, facendolo sentire non all’altezza e inadeguato, invece le nostre attitudini vanno coltivate o almeno provare a farle emergere… la soluzione non è quella di invitarci ad andare altrove, perché non siamo adatti o maturi o abbastanza intelligenti… non si può certo parlare di scuola inclusiva ma come piace adesso si va a creare una scuola del merito, che non è certo la scuola di tutti.
Questo mi porta a parlare di un altro problema: l’abbandono scolastico, troppe volte ho visto tanti miei compagni abbandonati o scherniti perché sembravano non capire, in realtà avevano solo dei banali problemi di dislessia o altro. Problemi che possono sembrare insormontabili e che solo un bravo e attento insegnante può capire! Anche questi giovani li trovo abbandonati dallo stesso sistema di cui parlavo prima.
Devo riconoscere però che fortunatamente esistono degli organi istituzionali formati da noi ragazzi. Questi ci consentono di conoscere e di accedere al mondo delle istituzioni che ci governano. Sto parlando della Consulta Provinciale degli studenti e del Parlamento Regionale degli studenti, unico nel nostro Paese. Di questi organi ne ho fatto parte e mi hanno aperto un mondo di confronti e di conoscenze. Non sto ad elencare tutte le attività che ho svolto, in collaborazione con organi e personalità di governo. Purtroppo anche qui la scuola è molto lontana dal coinvolgere e informare i ragazzi. Nel mio caso solo la mia dirigente ha riconosciuto la mia passione e mi ha concesso tale possibilità. Racconto questa esperienza perché è così che ho imparato l’importanza della politica, unita anche al fatto che nella mia famiglia se ne è sempre discusso tanto, senza alcun pregiudizio. Quello che noi giovani dobbiamo capire è che la politica è parte integrante della vita di tutti i giorni e che certi settori come sanità, giustizia, lavoro, scuola, incidono sulla nostra persona. Ecco perché è importante esserci e partecipare.
Chiudo questa mia riflessione anche se sarebbero ancora tanti gli argomenti su cui noi ragazzi dobbiamo essere ascoltati con attenzione e consapevolezza ricordando la mancanza di strutture nelle scuole come le palestre e per entrare proprio nel merito della didattica mi chiedo a cosa servano le interrogazioni e le verifiche proposte all’ultimo minuto per conseguire un voto, senza che la scuola si preoccupi se abbiamo veramente capito la materia… Inoltre dobbiamo ricordare che la scuola mette a disposizione la figura dello psicologo che deve essere rivolta non solo ai ragazzi ma anche alle loro famiglie e soprattutto, sottolineo soprattutto, ai docenti, che mi permetto di ricordare sono anche loro esseri umani. So di scuole in cui i professori dicono ai ragazzi che valgono meno di uno sputo…. Menomale che a scuola bisogna insegnare le buone maniere, la gentilezza ma soprattutto il rispetto e la dignità.
Finisco con un appello agli insegnanti: Fate squadra con le famiglie, che hanno bisogno di voi e voi di loro per fare il bene di noi ragazzi. Facciamo che la morte di Paolo non sia inutile ma che sia una lezione per tutti quanti, purtroppo se andiamo avanti per questa strada non sarà l’ultima, e poi torneremo a meravigliarci e a chiederci perché… questa è una grande sconfitta della nostra società. Qui mi fermo e invito tutti a fare squadra per eliminare le forme di repressione, le bugie per salvaguardare il proprio ruolo, le forme di bullismo verso i ragazzi e fra ragazzi.
Invito i professori ad aiutare i ragazzi che sono bullizzati da colleghi a non tacere, è tempo di metterci la faccia se vogliamo veramente cambiare in meglio la scuola, fonte primaria della nostra società e del nostro futuro!
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Scritto da chiara vernazza
Politica
23 Settembre 2025
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