Anno XI 
Mercoledì 10 Settembre 2025

Scritto da Redazione
Politica
10 Maggio 2020

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Per Lucca e i suoi paesi esprime sorpresa e critiche verso l'amministrazione comunale e il consorzio di bonifica per la decisione di rinunciare a falciare l'erba sui bordi dei fossi intorno alle mura per creare dei 'corridoi ecologici':

Apprendiamo con un certo stupore che il Comune di Lucca, d’intesa con il Consorzio di Bonifica, avrebbe scelto di non falciare l’erba sui bordi dei fossi degli spalti allo scopo di creare corridoi ecologici; si legge sul sito del Comune che in detti corridoi “…si svilupperanno piante palustri e potranno trovare asilo, anfibi, pesci, libellule, farfalle e uccelli il tutto per una lunghezza complessiva di 2.7 chilometri”. A noi pare che la pianura attorno a Lucca sia una zona in cui la regimazione delle acque ha imposto la creazione di una fittissima rete di canali, fossi, gore e canalette di scolo. Solo nel comune di Lucca ci sono centinaia di chilometri di sponde di corsi d’acqua piccoli e grandi su cui esercitare il desiderio di creare corridoi ecologici per permettere la vita e la riproduzione di molte specie animali e vegetali.

Gli spalti sono un contesto particolare, che fa parte del complesso monumentale delle mura e a nostro avviso non possono e non debbono essere gestiti come un parco naturale o un parco agrario. Oltre a questo ci permettiamo di chiedere chiarimenti in merito a quanto il comunicato del Comune di Lucca non esplicita. La mancanza dello sfalcio avverrà solo per un turno, ovvero lo sfalcio verrà fatto già a fine primavera, oppure la cosa si protrarrà ulteriormente? Lo sfalcio verrà fatto in autunno? Oppure, addirittura, lo sfalcio non lo si farà mai? Pensiamo che l’ultima ipotesi non sia nella mente dei nostri amministratori in quanto, in tal caso, in poco tempo all’erba succederebbero specie infestanti dannose per lo scorrimento delle acque nonché per alcune specie della fauna selvatica.

Vogliamo qui ricordare che i contadini lucchesi falciavano con attenzione argini e poggetti e quel tipo di gestione favoriva la presenza di molte specie che oggi non ci sono più a causa dell’abbandono dell’agricoltura.

In ogni caso ci auguriamo che, quanto prima, si torni a falciare l’erba lungo i fossati degli spalti, in quanto, lo ribadiamo, gli spalti sono un giardino pubblico monumentale e non un parco naturale, un orto botanico o un parco agrario. La differenza tra i modelli gestionali dei diversi ambienti non sembra esser chiaro ai nostri amministratori, ma ci auguriamo che siano chiari almeno alla Soprintendenza.

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