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Scritto da Redazione
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22 Luglio 2021

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La fortuna della figura di Napoleone è strettamente legata al suo esercito, la Grande Armée, colonna portante del suo successo politico e militare. Composto, a differenza degli eserciti di antico regime, da cittadini coscritti, sulla base dell’estrazione a sorte, come già previsto a seguito delle riforme istituzionali scaturite dalla rivoluzione francese, la Grande Armatafu sui campi di battaglia lo strumento che permise a Napoleone Bonaparte di consolidare il suo potere personale soprattutto grazie alla sua flessibilità. 

L’esercito era costituito da cinque a sette corpi di armata, comandato ciascuno da un maresciallo o da un generale a seconda delle dimensioni, suddivisi in divisioni, da 4000 a 10000 fanti e da 2000 a 4000 cavalieri, ciascuna organizzata in due o tre brigate da due reggimenti a testa affiancati da una brigata di artiglieria. 

L’esercito era composto dalla fanteria, dalla cavalleria imperiale, dalla guardia imperiale, dall’artiglieria a cui si affiancavano una divisione ingegneristica ed un corpo di servizio sanitario. In base all’organizzazione del nemico e del terreno intervenivano in luoghi e tempi diversi. 

La fanteria si suddivideva in due corpi principali, la fanteria di linea e la fanteria leggera, ed era composta da granatieri, volteggiatori, fucilieri, carabinieri a piedi, cacciatori. Sparava senza sosta e per questo era necessario un alto numero di soldati considerato che, per caricare un fucile e sparare, erano necessari due minuti e allo scopo i soldati erano schierati in tre file, una dietro l’altra, e ogni grado interveniva secondo il suo turno. Con il fumo delle armi i soldati molte volte non riuscivano a vedere niente se non la schiena dei soldati davanti a loro.

La cavalleria imperiale costituiva un quinto dell’esercito e si componeva di tre o quattro squadroni suddiviso ciascuno in due compagnie. Ogni compagnia, comandata da un capitano, prevedeva tre ufficiali, quattro sottufficiali, quattro brigadieri, settantaquattro cavalieri ed un trombettiere. La cavalleria prevedeva carabinieri a cavallo, corazzieri, dragoni, ussari, cacciatori a cavallo, lancieri, che usavano lance, spade, sciabole oltre alle pistole. Caricavano per sbilanciare i soldati nemici e li inseguivano se battevano in ritirata. 

L’artiglieria, costituiva la colonna portante dell’esercito francese, ed era composta da quella a piedi, che seguiva il ritmo della marcia della fanteria, e l’artiglieria a cavallo. 

La guardia imperiale, istituita come guardia del direttorio durante il periodo rivoluzionario, era caratterizzata da soldati scelti per la loro preparazione militare e per la loro devozione all’imperatore del quale costituivano un vero proprio esercito privato d’élite all’interno della compagine militare generale; si componeva della vecchia guardia, della media guardia e della giovane guardia. 

Napoleone in un proclama ai suoi soldati dopo la battaglia di Jena ebbe a dire «La cavalleria ha gareggiato con la fanteria e l’artiglieria; ormai non so a quale arma io debba dare la preferenza: siete tutti quanti dei buoni soldati». 

Della Grande Armée, facevano parte alcuni contingenti stranieri provenienti dall’Italia, dai Paesi Bassi, dalla Polonia, dalla Baviera, dall’Austria, dalla Prussia, dalla Croazia e dalla Svizzera. Napoleone anche dopo l’incoronazione a imperatore continuò a partecipare in prima linea alle battaglie insieme ai suoi soldati poiché voleva fosse chiaro che il suo potere era legittimato dalle vittorie militari e non certamente dal ruolo di Imperatore o da privilegi dinastici.

Viveva con i soldati sui campi di battaglia condividendo successi, sconfitte, lunghe marce e non restava certamente indifferente quando passava davanti ai reggimenti e i soldati lo salutavano acclamandolo al motto di Viva l’Imperatore!

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