"Fare scultura significa vedere con le mani, aderire alla realtà attraverso il tatto e affidare all'immaginazione il compito di andare oltre": l'artista Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, racconta così il lavoro di Andrea Bianco, scultore non vedente che trasforma marmo, legno, ceramica e bronzo in forme di intensa vitalità e che sarà protagonista della mostra "L'infinito nella materia", nella sala del San Leone di via Garibaldi.
L'esposizione aprirà al pubblico domani (sabato 27 settembre) alle 16,30 e raccoglie 30 sculture di dimensioni dai 30 ai 70 centimetri, con soggetti e materiali che variano senza schemi rigidi: figure femminili, forme simboliche e suggestioni astratte rivelano la ricerca di un artista eclettico, poco incline alle etichette e animato dal desiderio di esplorare sempre nuovi territori espressivi.
Nato a Bolzano nel 1970, Bianco ha intrapreso dal 2010 un percorso artistico che lo ha portato a esporre in sedi prestigiose, dal Maschio Angioino di Napoli all'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. La sua opera nasce da un rapporto diretto e intimo con la materia, in cui il tatto diventa strumento di conoscenza e la fantasia libera visioni scultoree uniche.
L'esposizione resterà in città fino al 5 ottobre, visitabile con ingresso libero da lunedì a sabato in orario 10-12 e 16-20; la domenica, dalle 11 alle 12 e dalle 16 alle 20.