Anno XI 
Venerdì 19 Settembre 2025

Scritto da Redazione
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19 Settembre 2025

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Sabato 20 settembre, ore 16 a Palazzo Pfanner appuntamento a Palazzo Pfanner  per la presentazione del volume Il giardino di Palazzo Pfanner a Lucca. Storia e restauro edito da Pacini Fazzi. Il volume opera dell'Arch. Giorgio Galletti testimonia, inquadrandolo nella storia del Palazzo e del Giardino l'impegnativo intervento di restauro reso possibile grazie ad un finanziamento PNRR da parte del Ministero della Cultura, che ha restituito il giardino a lucchesi e visitatori esaltandone, filologicamente, le caratteristiche storiche e architettoniche.
Il volume, riccamente illustrato con foto e documenti archivistici, contiene anche un contributo curato da Dario Pfanner relativo alla storia della Famiglia e in particolare alla nascita della Birreria che l'antenato Felix Pfanner volle inserire nel contesto del giardino e per la quale il progetto prevede una futura risistemazione e relativa apertura al pubblico.
Il programma prevede dopo il saluto di Alessandro Pfanner (Vice Presidente AVPL) in rappresentanza della famiglia, una introduzione della presidente dell'Associazione Ville e Palazzi Lucchesi Vittoria Colonna che coordinerà l'incontro.
La presentazione del volume sarà tenuta da Maria Adriana Giusti, docente universitaria, architetta e storica, esperta nel restauro dei giardini storici italiani, autrice dell' Introduzione al volume;  Alberta Campitelli (Vice Presidente Associazione Parchi e Giardini d'Italia), Giuseppe La Mastra (Coordinatore Associazione Parchi e Giardini d'Italia) e gli interventi sia dell'Architetto  Giorgio Galletti, autore del volume e Dario Pfanner autore del saggio relativo alla famiglia Pfanner.
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Negli anni Ottanta, sui giornali romani, non era raro leggere una sorta di appello-invito della Chiesa a non contrarre matrimoni tra persone di diversa religione e il riferimento era all'Islam. Era evidente a tutti, anche ai prelati d'Oltretevere, che il rischio di conflitti in famiglia era certo. Era l'esperienza, erano i dati, sia pure ancora pochi, a dimostrarlo. Di fondo, poi, c'era anche la consapevolezza che l'Islam stava prendendo piede un po' ovunque, a cominciare da altri paesi europei come la Francia, il Belgio, l'Olanda, i paesi scandinavi. Nessun allarme fu lanciato, per carità, ma solo un consiglio-avvertimento perché eravamo negli anni Ottanta e in Italia il pericolo era ancora lontano. Oggi, a mezzo secolo di distanza, la realtà è sotto gli occhi di tutti. L'immigrazione incontrollata ha prodotto comunità islamiche che pretendono e impongono le stesse consuetudini che esistono nei loro Paesi e non sono disposte a rinunciarvi indipendentemente da qualunque appello ad una integrazione inesistente. Stiamo assistendo, impotenti, a una sostituzione etnica, culturale, politica e religiosa progressiva. I governanti si sciacquano la bocca con le parole dell'immigrazione irregolare di fronte ad una immigrazione controllata e consapevole. Invece non è così. E' l'immigrazione in quanto tale che mina le fondamenta della nostra società. Se tutta l'Africa si trasferisse da noi che cosa ci resterebbe da fare se non sottometterci o scomparire? Ci meravigliamo se in Emilia Romagna fanno i tortellini senza carne di maiale: ma se in una classe ci sono due terzi o anche la metà di alunni islamici, come puoi pretendere di imporre loro la tua gastronomia? Potrà sembrarvi strano, ma si sta viaggiando verso l'estinzione di tutto ciò che i nostro avi ci hanno trasmesso, a partire dalla storia, dalla cultura, dall'arte, dalla cucina, dalla musica, da tutto. E' la fine incombente...

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