"La Lega di Viareggio si divide: due consiglieri comunali lasciano il partito, ormai esploso sotto il peso delle proprie contraddizioni. E, come da copione, con dichiarazioni esilaranti danno la colpa al sindaco, che appartiene a una maggioranza civica e libera.
Con tutto il rispetto, a me delle loro divisioni interessa esattamente zero — con l’unica nota che mi diverto un mucchio a vederli cercare alibi e scuse. Lo fanno per trovare una giustificazione ai propri tradimenti, per dare un senso a ciò che ormai non si può più difendere. Dare la colpa al sindaco è diventata una moda: un riflesso automatico di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità. Un alibi perfetto — comodo, immediato, ma totalmente fuori luogo.
Mi riesce davvero difficile capire cosa possa entrarci io con le loro beghe interne, le liti sulle candidature e le guerre di corrente che agitano quel partito. Io, con il Dio Po e con il Carroccio, non ho nulla a che fare. Ne sono lontano anni luce: per idee, per metodo, per visione della politica. Io sono civico e libero, e forse è proprio questa libertà che dà fastidio alla Lega e a chi vive di appartenenze e ordini di scuderia.
La ricerca di alibi è il rifugio di chi non sa guardarsi allo specchio. Non si cerchino responsabilità altrove: le divisioni della Lega viareggina nascono e muoiono dentro la Lega stessa. Io continuo a occuparmi della città, mentre altri si perdono dietro le loro liti ormai diventate stucchevoli e infantili".
Tirarmi nel mezzo alle loro sceneggiate è stata un’idea bislacca, i loro casini hanno sicuramente altri padri"