Leggo gli addii di Maria Pacchini alla Lega che, a prescindere da Vannacci non è neanche l’ombra della Lega che condividemmo quindici anni fa di calendario, ma un secolo fa di involuzione politica
Mi “innamorai” politicamente di Maria a prima vista: dolce e discorsiva nella forma, dura e combattiva sui principi: non casualmente segretaria comunale della Lega (compresa quella vera) per oltre un decennio: chi si occupa di politica sa che cosa vuol dire!
Continuo ad esserne innamorato.
Il suo sodalizio con Massimiliano Baldini portò al partito un consenso e una coesione locale (in coerenza col principio di sussidiarietà della Lega Nord) che solo le scellerate vicende degli ultimi tempi sono riuscite a erodere e da ultimo ad azzerare: credo che la Lega per Salvini premier in Viareggio abbia esalato l’ultimo respiro.
Peccato perché aveva dato molto filo da torcere al sindaco Del Ghingaro, il cui furore contro Baldini e Pacchini è comprensibile: rappresentano da sempre l’opposizione, quella vera, combattiva, dura non quella sotterranea e subdola che serpeggia nel PD viareggino con cui Del Ghingaro litiga da anni e si accinge a guerreggiare in prospettiva con il probabile aiuto della nuova Lega, quella del Generale.
Per inciso, il sindaco Del Ghingaro proclama il suo “civismo” senza aggiungere che si tratta di un “civismo di sinistra” da quando la sinistra lo elesse sindaco di Capannori a tutt’oggi: il suo civismo viareggino si mischia col suo cinismo politico, guascone e autoreferenziale ma intelligente.
La sua promessa del 2020 “ nei prossimi anni vogliamo proseguire il cammino iniziato con nuovi progetti e nuove opere per rendere Viareggio e Torre del Lago ancora più belle, moderne e innovative” si scontra con il dato reale: Viareggio e Torre del Lago forse saranno più “belle, moderne e innovative”, certamente sono più insicure fino alla pericolosità.
C’è da sperare che la ipotizzata alleanza col Generale ponga rimedio all’assedio extra comunitario e comunque delinquenziale cui i cittadini di Viareggio e ancor più di Torre del Lago sono sempre più esposti: senza sicurezza la vita è difficile anche se si vive in città più “belle, moderne e innovative”.
Ricordo che durante la mia presidenza mi toccò difendere Baldini (e quindi Pacchini) dal tentativo di espulsione richiesto da una consigliera regionale: per consolidata abitudine le “ragazze che vincevano” sparano anche alle ombre di chi può costituire una pur remota minaccia al loro orizzonte, poco politico, molto personale.
Tenni dentro al partito Baldini e Pacchini: lo rifarei, una coppia che per competenza, coerenza, capacità di ascolto del territorio, ha costituito uno degli ultimi baluardi anche per la Lega Salvini premier.
Finora aveva aiutato anche lo stretto legame interpersonale che Baldini aveva e credo conservi con Matteo Salvini. Non basta più: oggi in Toscana c’è Vannacci contro cui Maria Pacchini e Alessandro Santini (che conosco poco: non abbiamo condiviso la passione dello 0,67% e la scalata faticosa ma feconda) concentrano critiche e doglianze, mentre parrebbe più pertinente prendersela con Salvini che ha decretato la fine della Lega Toscana consegnandola a Susanna Ceccardi, molto brava a catturare “preferenze” e a interloquire dai palchi dei comizi o dai microfoni delle TV, ma analfabeta delle regole elementari per gestire un partito.
Che è anche la caratteristica di Salvini e delle altre ragazze che vincevano.
Vannacci è arrivato a disastro già consumato.
A Lucca è arrivato Simoni che ha un passato politico di destra anche estrema ed è transitato da FdI alla Lega nell’ultimo semestre.
Abbiamo lavorato insieme in Versiliana per 5 anni, lui direttore io vicepresidente. Insieme abbiamo contribuito a rianimare il cadavere che le consuete gestioni della sinistra, allegre e partigiane, ci avevano consegnato. Ho apprezzato il suo piglio deciso e coraggioso, la sua determinazione.
Al rinnovo cariche aspirava alla Presidenza, non gli fu data; forse per rivalsa forse per convinzione iniziò una guerriglia contro Versiliana e si candidò sindaco di Pietrasanta con le insegne di FdI. Fu duramente sconfitto e politicamente isolato.
Trovò rifugio alla corte nascente del Generale. Ne sono felice: sono convinto che sia una risorsa coerente con la visione politica del Generale, decisa e decisionista, con tanto di spoil system.
A cominciare dalle candidature: ha utilizzato il “listino regionale” inserendovi il solo Simoni, ha ribadito la posizione mettendo Simoni capolista anche a Lucca che da sempre è il secondo collegio vincente per la Lega, dopo Firenze 1 (presidiato dal Verdiniano Villa).
I sondaggi, per quel che valgono, accreditano alla Lega 2 consiglieri: Villa e Simoni. Ne derivano due conseguenze di real politik: che gli altri candidati sono di “serie B”, cioè portatori di pochi voti personali, e per di più hanno “corso” molto poco durante la campagna elettorale sapendo a priori che i primi due posti su due disponibili erano già assegnati: io lo avrei sconsigliato.
Del Generale apprezzo, per quel che conta la mia opinione, le linee di comunicazione e di azione dirette ed esplicite: non si può dire che siano oblique od opache.
Di più: condivido molte delle sue idee e delle soluzioni che indica, apprezzo la calma olimpica e invidiabile con cui replica alle accuse più fantasiose ed infamanti, la sua calma è l’arma più micidiale che un politico possa avere; nove volte su dieci mette in ridicolo le accuse e gli accusatori paonazzi di rabbia impotente.
Insieme si accingono a rivitalizzare un partito morente che continuerà a chiamarsi Lega ma che di Lega non avrà più niente, tranne il rispetto e la tutela delle tradizioni e delle culture delle Nazioni. Il resto in archivio.
Sulla rivoluzione “leghista” in corso avremo modo di ritornare, nel frattempo Maria Pacchini, Massimiliano Baldini, Alessandro Santini e i loro amici, vittime collaterali, dovranno decidere che cosa fare: oggi la posizione è ambigua. Fedeli a Salvini fino al certo “martirio” del 2027: stare dentro al servizio di Simoni a Lucca e del Generale in Toscana, oppure prendere il residuo del patrimonio di consensi accumulato in anni di virtuosa politica ed entrare in altri contesti fra cui, pro domo mea, segnalo alla amica Maria e all’amico Massimiliano l’approdo al Patto per il Nord Toscana che ripropone ai toscani il progetto della Lega Nord Toscana come già fece arrivando nel 2018 a quasi il 20% dei consensi regionali.
Lega, dimissioni a Viareggio: ora ve la racconto io
Scritto da francesco pellati
Politica
12 Ottobre 2025
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