Nel ripetersi del perpetuo gioco fra le parti politiche in lotta, Pd e sodali del “campo largo” attribuivano significato di riscossa a 6 elezioni regionali che si stavano profilando, certi del successo di Toscana e Emilia-Romagna, e perché no di quello in Campania. In sintesi era sufficiente occupare le Marche per chiudere con un parziale di almeno 4 a 2.
Per quanto mi riguarda considero il tutto fuorviante, perché si dovrebbe guardare il quadro nazionale per poter effettuare valutazione appropriata, al di là di contingenti scadenze che possono anche restituire 2-3 successi di seguito. In politica la palla non è rotonda, e di solito le sorprese son episodiche. Sarebbe tale se il Pd perdesse Toscana e Emilia, o la maggioranza di governo il Veneto, dove il suicidio veronese – correre divisi e consegnare il comune al sindacalista pedatore Damiano Tommasi – credo abbia insegnato molto.
Oltretutto l’approccio alle regionali da parte di Elly-e-i-suoi-fratelly mi pare un po’ lontano dai temi più cari all’elettorato delle amministrative, quelli pratici della vita d’ogni giorno. Presentarsi nelle Marche, in passato saldamente “rossa”, dalla forte piccola industria e con vocazione turistica, che pertanto a sofferto per COVID-19, e parlare di Flotilla, magari non ha destato soverchio interesse. Area da famiglie bi-reddito, colpita dalla crisi economica per qualche anno con l’aumento della percentuale delle forzatamente mono-reddito, magari aveva altre priorità. Lo spiraglio di una ripresa economica, che i dati di agenzie non governative riconoscono, induce a prestare maggiore attenzione al proprio benessere, che a quello dei gazawi. E se eri di sinistra e vedi che i partiti, che una volta ti rappresentavano, non s’interessano della tua sicurezza spicciola e del tuo posto di lavoro, magari due pensieri te li fai.
Si avvicina così la tornata calabrese, che sarà cartina al tornasole definitiva per Giuseppì, già sbertucciato nelle Marche. Una regione che passa per tendenze assistenzialiste – noto lo scandaloso fenomeno degli operai forestali spesso intenti alla deforestazione a mezzo fuoco per mantenere il posto – sosterrà l’alfiere della distribuzione incontrollata di elemosina? Perché tale era, se derivante da legge che consentiva tante truffe. Qualcuno dirà che la votò anche la Lega, ma allora era minoranza in un governo, e doveva pur convenire su un programma, ove fra più partiti si cede da un lato, per avere dall’altro. E la legge fu preparata dagli esperti (?) al soldo degli (allora) grillini, con una serie di falle che viene il dubbio siano state pure volute. Nei controlli che disposi come comandante interregionale, in costanza di Conte al governo, nel 10% dei casi fu verificata la truffa, cui non poteva conseguire alcun recupero di soldi. E poi “reddito di cittadinanza” de che? Andava soprattutto (esaminando le percentuali, ossia tenendo conto della loro percentuale sull’intera popolazione) a nomadi apolidi e stranieri. E fu completata dai navigators, altro fallimento, che manco la Global Sumid Flotilla ha arruolato per “cazzare le rande”, pur avendo essi grande predisposizione al cazzeggio da kaz(z)ari.
Insomma, quel che voglio dire è che, per la destra (o centro-destra che dir si voglia per motivi di appeal) la festa sta per finire. L’improponibile poker d’assi rappresentato da Elly-e-i-suoi-fratelly, sta per perdere almeno il pezzo fondamentale, con il mal di pancia che affligge quella parte del PD che non vuole appiattirsi su posizioni che neppure definirei massimaliste. Nel PD devono essere stufi di non governare, ma soprattutto di sentirsi rinfacciare dai propri elettori di pensare ad argomenti meno condivisi di quelli che fecero del PCI il più grande partito comunista europeo. Al netto di quello sovietico che tutti sanno fosse in realtà “fassista”.
Meno male che riaffiorano i fantasmi a rammentare che ci sia ancora molto da perdere ad affidarsi in quelle mani. Mi riferisco all’okkupazione forzata delle abitazioni sfitte (che non ho), ma soprattutto alla sacerdotessa Elsa Fornero, “dalle plurime pensioni”, come la definirebbe l’immortale Omero. Che ci estrinseca la propria convinzione che il trattamento di quiescenza sia una regalia dello Stato a massa d’ignobili nullafacenti, dediti alla cura dei nipotini e all’ispezione giornaliera dei cantieri. E che pertanto i contributi da loro versati siano stati solo un obolo di solidarietà allo Stato. Che dovrebbe, alla loro “rottamazione”, lasciar loro un minimo reddito di cittadinanza sufficiente alla sussistenza, sfruttando il rimanente per riparare le opere pubbliche devastate dai giovanotti cui bastano 15 minuti per preparare un esame universitario, e possono dedicarsi a distruggere stazioni, piazze e aeroporti.
Insomma, se dopo l’accoglienza incontrollata, la difesa d’ufficio di devastatori, si va a toccare la pensione e la proprietà privata, non so quando i “fratelly” potranno rimettere la cravatta e sedere sui banchi di governo.
Equivoci univoci
Scritto da carmelo burgio
Politica
01 Ottobre 2025
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