Cultura
1902 Pellegrinaggio in Terrasanta: in San Cristoforo la mostra dedicata a Maria Pacini Fazzi
Sarà un emozionante viaggio nel tempo quello che potranno compiere i visitatori della mostra “Terrasanta 1902. Pellegrinaggio per immagini”, a cura di Alessandro Bedini e Carla Sodini, che…

Terza giornata per LuccAutori con Andrea Maggi super ospite
Terza giornata di LuccAutori. Che è anche la giornata delle inaugurazioni di tre mostre a Villa Bottini. Si parte con il professor Andrea Maggi che presenta il…

Fondazione Ragghianti, ciclo d'incontri dedicati al mercato globale dell'arte
La Fondazione Ragghianti organizza per la prima volta a Lucca un ciclo di incontri dedicati al mercato globale dell’arte con primari rappresentati del mondo della cultura.

Lunedì della cultura: al via la terza edizione con due novità: la partnership con la Fondazione Ragghianti e una nuova sezione dedicata al rapporto arti visive e letteratura
Il rapporto tra arti visive e letteratura e la partnership con la Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti: ecco le novità della terza edizione dei “Lunedì della cultura”, tutti a ingresso libero, organizzata dall’associazione culturale “Amici di Enrico Pea”

Al teatro Artè di Capannori si apre il Folk Festival con il concerto di Francesco Baccini
Sabato 4 ottobre nel Teatro Artè di Capannori, prende il via la prima edizione del Folk Studio Festival 2025, un evento di sei appuntamenti dedicato alla musica d'autore,…

Il Giubileo in musica arriva nei quartieri: a San Vito il concerto della Sagra musicale lucchese
Dopo l'applaudito debutto nella solennità della cattedrale di San Martino a giugno, la Messa in Re maggiore op. 86 di Antonín Dvořák torna protagonista della 62esima Sagra musicale lucchese. Il nuovo appuntamento…

Dalla natura al diritto: i due eventi della Fondazione Giuseppe Pera al Pianeta Terra Festival
Anche quest'anno la Fondazione Giuseppe Pera organizza due eventi in occasione del Pianeta Terra Festival 2025, la manifestazione culturale e scientifica dedicata al tema dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile…

Lorenza Fruci a LuccAutori presenta "Donne in onda"
E' il racconto dell'immaginario femminile nei primi 70 anni della Rai. Sono passati oltre settant'anni dalla prima trasmissione televisiva ufficiale della Rai, il…

Lucca Art Fair avanti tutta: ecco il programma di domenica
Prosegue domenica con grande successo il Lucca Art Fair. Alla IX edizione la più grande mostra mercato della Toscana dedicata alle opere d’arte presenta al Real Collegio…

Inaugurata Lucca Art Fair, la più grande mostra mercato della Toscana dedicata alle opere d'arte
L’arte moderna e contemporanea protagonista a Lucca con Lucca Art Fair. Alla IX edizione la più grande mostra mercato della Toscana dedicata alle opere d’arte ha preso il via al Real Collegio…

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A partire dalla prima metà degli anni Trenta del secolo scorso una nuova sensibilità, che rivendica un discorso autonomo dal formalismo imperante, comincia a manifestarsi nella cultura italiana dalla letteratura al cinema, alle arti figurative. Si stacca nettamente dalla prosa d’arte sino a quel momento vincolante in letteratura e praticata dai cosiddetti Rondisti, cosi chiamati perché facenti capo alla rivista “La Ronda”, i cui redattori, scrittori, collaboratori coltivano un’idea di restaurazione della letteratura italiana nelle sue tradizioni “alte”: quindi tanto Petrarca, molto Manzoni e dosi abbondanti di Leopardi prosatore, quello delle Operette Morali… Il realismo che avanza, invece, intende raccontare la realtà italiana così com’è e finisce per entrare in contrasto con la visione ottimistica che del nostro Paese offre il fascismo al potere. È un diverso modo di sentire il mondo che non trascura il racconto delle drammatiche lacerazioni economiche, sociali, culturali dell’Italia di allora ricollegandosi al miglior realismo del secondo Ottocento, quello di Verga, del giovane Pirandello e degli scrittori ingiustamente derubricati a “regionali” come Capuana, Serao, Deledda, Di Giacomo... Neorealismo è termine coniato dal critico letterario Arnaldo Bocelli all’indomani della pubblicazione de Gli Indifferenti, 1929, di Alberto Moravia, un’impietosa narrazione della povertà morale delle giovani generazioni negli anni del fascismo scritto in un linguaggio scabro, diretto, essenziale… Lo stesso di Gente in Aspromonte; 1930, di Corrado Alvaro, di Tre operai di Carlo Bernari, di Don Giovanni in Sicilia, 1941, di Vitaliano Brancati. Per i neorealisti è necessario abbandonare le estetizzanti esercitazioni di stile per ritrarre il mondo con la maggior dose possibile di verità. Poi arriva la guerra con i suoi lutti e le sue tragedie, le distruzioni e le miserie, materiali e morali… Ne deriva l’umanissima risposta rappresentata dalla stagione dell’impegno, centrato attorno a una concezione della letteratura tesa a realizzare una cronaca nuda e diretta degli avvenimenti nella convinzione che i fatti parlino da soli e che siano tanto più eloquenti quanto meno mediati dalla forma letteraria. Si pensa che la semplice assunzione del contenuto - la guerra, la lotta partigiana, il dopoguerra, la faticosa ricostruzione del Paese, le lotte contadine e operaie per migliorare le condizioni di vita - e la mera imitazione del parlato, o di quello che si riteneva tale, fossero sufficienti a fondare una poetica nuova. Insomma, non siamo lontano dal vero quando affermiamo che il neorealismo può essere interpretato come una contaminazione o una coortazione subita dalla letteratura perché in un determinato tempo e luogo urgevano altre ragioni di tipo extraletterario: civili, politiche economiche, sociali… In Italia e in Francia soprattutto, nel clima ancora fervido della vicenda resistenziale, prevale l’idea dell’intellettuale come uomo di cultura attivo, engage, non isolato nella sua torre d’avorio, ma disponibile, sempre e comunque, a battersi per migliorare la società ed eliminarne difetti e ingiustizie. Non pochi giovani scrittori, allora, provati dalle esperienze della guerra, della prigionia, della Resistenza, delle durezze degli anni della ricostruzione, sentono il bisogno di recuperare la realtà sociale e tali argomenti diventano spesso, forse troppo spesso, occasioni narrative affidate prevalentemente alla prosa, al romanzo, al racconto… Il letterato si politicizza in forme e manifestazioni non di rado eccessive che finiscono per dare vita a polemiche, distinguo, ripensamenti… La letteratura finisce per risentirne e, una volta venute meno le motivazioni forti di quella scrittura, una tale narrativa perde vigore, si prosciuga, si isterilisce… Il più bel libro del neorealismo di tre quarti di secolo or sono valutato secondo i mutati modi di sentire dei nostri giorni? A parere di chi scrive, Il mondo è una prigione, di Guglielmo Petroni, lucchese, vissuto per gran parte della sua esistenza a Roma. Pagine tra prosa morale e diario intimistico, che per Natalino Sapegno, illustre storico e critico della letteratura, restano una delle prove migliori della letteratura di quel periodo. Un libro che come pochi altri rielabora l’esperienza tragica della detenzione per motivi politici come trauma profondo che condanna l’individuo all’isolamento e all’incomunicabilità. Per il critico letterario Geno Pampaloni, tra i numerosi lavori nati dall'esperienza della guerra, “a nessuno come a questo è riuscito di restituire con altrettanto sobria intensità il senso che accomuna l'abiezione della tirannia ad una tragedia umana”. Il mondo è una prigione, pubblicato nel 1948 e più volte rieditato, riceve nel 1965 il Premio Nazionale Prato per il ventennale della Resistenza come “il miglior libro sulla Resistenza nato dalla Resistenza”. Sul “Corriere della sera” Andrea Camilleri scrive: “Nella mia vita ci sono due libri che mi hanno formato, non come scrittore, ma come persona: il primo, in ordine di tempo, era stato, ancora negli anni del fascismo, La condizione umana di Malraux; il secondo indubbiamente fu Il mondo è una prigione".
Una mostra intitolata “Guglielmo Petroni. Il segno e la parola” promossa dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca e dalla Fondazione Lucca Sviluppo, curata da Alessandra Trabucchi e Giovanni Ricci, illustra la biografia dell’autore lucchese, i suoi anni giovanili, la passione per la pittura, l’esperienza della Resistenza, la vasta rete delle relazioni con gli intellettuali e gli artisti del suo tempo. La mostra rimane aperta fino al 16 marzo 2025 al Palazzo delle Esposizioni di Lucca.
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Di spalle a questo mondo: prosegue martedì 18 febbraio 2025 la 37sima edizione del Premio dei Lettori Lucca-Roma conferito dalla Società Lucchese dei Lettori. Alle 18 a Villa Rossi (via di Villa Altieri 1672) si presenta il libro di Wanda Marasco "Di spalle a questo mondo", Neri Pozza editore, con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca.
A guidare l'incontro Daniela Marcheschi, membro dell'associazione, critica letteraria, studiosa di letteratura e antropologia delle arti, in forza alla Universidade Aberta-CEG di Lisbona e membro della Commissione di Controllo scientifico del CLEPUL, Facoltà di Lettere dell'Università di Lisbona, docente in corsi e conferenze nelle Università di diversi paesi stranieri: Svezia, Polonia, Germania, Francia, Brasile, Cile, USA, Belgio, Inghilterra, Svizzera, Norvegia, Romania, Spagna e Turchia.
Il romanzo. Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell'imperfezione. Il pendolo è muto. Ferdinando e io studiamo le grandezze del tempo sprofondate in un orologio fermo. C'è una gioia selvatica in questa stanza. Facciamo gli amanti in ginocchio, uno di fronte all'altra, con l'impulso a prenderci. Ma ci siamo intimiditi nella morte. Io gli dico che sento intorno a me una luce cieca. È uguale a quella delle primavere russe. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l'alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l'imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall'ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall'amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.
L'autrice. Wanda Marasco è scrittrice, attrice, regista e insegnante napoletana. Amica del poeta Dario Bellezza, la stessa Marasco è una poetessa: inizia a scrivere le prime raccolte giovanissima, tra i sedici e i vent'anni. Nel 1977 pubblica la raccolta Gli strumenti scordati, e due anni dopo L'attrito agli specchi. Nel 1978 le viene assegnato il Premio per la poesia «William Blake». Negli anni seguenti pubblica ancora poesie con le raccolte Deus Inversus, Le fate e i detriti, Metacarne, fino a raggiungere il riconoscimento del Premio Internazionale Eugenio Montale nel 1997 con la raccolta Voc e Poè. Collabora inoltre con le riviste poetiche «Oltranza» e «Tracce». Wanda Marasco è anche scrittrice teatrale: durante il periodo romano infatti, compone una rivisitazione del Faust di Goethe e la commedia La strada dell'abbondanza.
Del 2003 è la sua prima raccolta di racconti L'arciere d'infanzia (Manni Editore, arricchito dall'introduzione di Giovanni Raboni), con la quale vince lo stesso anno il Premio Bagutta per la sezione Opera Prima. Tre anni dopo le viene conferito il Premio speciale alla carriera «Città di Pieve di Cento». Nello stesso periodo prende parte al lavoro antologico a più mani Da Napoli/Verso, un almanacco di poeti italiani contemporanei (in maggioranza numerica napoletani) edito dalle Edizioni Kairòs. Nel 2013 Wanda Marasco scrive la raccolta di poesie La fatica dello stormo, edito dal piccolo editore napoletano La vita felice, mentre nel 2015 esce per Neri Pozza il romanzo Il genio dell'abbandono, raffinata biografia dello scultore napoletano Vincenzo Gemito, e grazie alla quale entra fra i dodici semifinalisti del Premio Strega dello stesso anno.
Il Premio dei Lettori è un premio letterario istituito a Lucca nel 1988 dalla Società Lucchese dei Lettori e destinato alla migliore opera di narrativa presentata nel corso dell'anno sociale nell'ambito delle iniziative dell'associazione. Le attività dell'associazione sono aperti a tutti e l'ingresso è libero.